Archivio mensile:Dicembre 2011

L’olio di pesce potrebbe curare la leucemia.

capsule omega-3Secondo i ricercatori della Pennsylvania State University un composto derivato dall’acido eicosapentaenoico (EPA), un acido grasso Omega-3 presente nell’olio di pesce, si è dimostrato in grado di uccidere le cellule staminali della leucemia mieloide cronica.

«Altre ricerche in passato hanno dimostrato i benefici per la salute degli acidi grassi sul sistema cardiovascolare e nello sviluppo del cervello, in particolare nei bambini – ha spiegato il dottor Sandeep Prabhu che ha coordinato la ricerca – ma abbiamo dimostrato che alcuni metaboliti degli Omega-3 hanno la capacità di uccidere selettivamente le cellule staminali che causano la leucemia nelle cavie».

Questa nuova scoperta potrebbe essere quindi un passo importante per sconfiggere definitivamente una grave forma di leucemia.

Fonte in italiano: La Stampa 27/12/2011
Fonte in inglese: Journal of the American Society of Hematology

 

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Gli integratori di Omega-3 fanno male?

Gli Omega-3 raccomandati per i bambini

Un interessante articolo relativo alle cure alternative per i bambini è stato pubblicato sul New York Times.
Nell’articolo viene esaminato un recente studio del Governo americano, secondo il quale un bambino su nove “pratica yoga, va da un chiropratico, prende un integratore come l’olio di pesce o usa qualche altro tipo di cura alternativa”.

Mentre vengono discusse diverse cure alternative per bambini, alla fine viene riportata una interessante considerazione sull’olio di pesce della Dott.ssa Kathi Kemper, capo della sezione per la medicina integrativa e complementare dell’American Academy of Pediatrics e professore di Pediatria alla Wake Forest University:
“Ho chiesto agli psichiatri se utilizzano l’olio di pesce e sembra che venga raccomandato dall’80 per cento degli psichiatri, e lo stesso fanno i cardiologi”.

Perché l’olio di pesce è così importante per i bambini?
Forse perchè, come dimostrato da numerosi studi, gli Omega-3 migliorano le prestazioni scolastiche, la memoria verbale e le capacità ortografiche, ed è più efficace dei medicinali sull’ADHD (Sindrome da deficit di attenzione e iperattività).

 

Link dell’articolo citato (in inglese): New York Times

 

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Gli integratori di Omega-3 fanno male?

Gli Omega-3 sono meglio dei farmaci?

E’ interessante notare che gli acidi grassi omega-3 sono stati trovati più efficaci, nella maggior parte dei casi, dei primi tre farmaci prescritti negli Stati Uniti, oltre ad essere più sicuri e meno costosi.

Gli americani spendono circa 30 miliardi di dollari all’anno per le tre prime classi di farmaci (antidepressivi, farmaci per la pressione alta, anti-dolorifici), mentre spendono solo 300 milioni per supplementi di olio di pesce.

Come tutti i farmaci, anche questi tre tipi possono essere pericolosi, non solo perché curano solamente i sintomi ma non le cause della malattia, ma anche per gli effetti collaterali che a volte possono anche essere molto dannosi, e richiedere l’utilizzo di altri farmaci per contrastarne gli effetti negativi. Alcuni di questi medicinali, come il Vioxx, sono stati anche tolti dal mercato perché provocavano infarti e ictus.

Purtroppo ancora poche persone si rendono conto che esistono alternative più sicure e naturali per affrontare la depressione, la pressione alta ed il dolore da infiammazione senza ricorrere a farmaci. Una delle migliori e sicure alternative è di mangiare pesce ricco di omega-3 come il salmone, le aringhe, le sardine o il tonno almeno due o tre volte alla settimana, oppure ricorrere ad un integratore di omega-3 di elevata qualità.

Molti studi hanno dimostrato che nelle persone depresse i livelli di omega-3 nel sangue sono significativamente bassi (Journal of Affective Disorders, Vol.. 26, No. 38, 35-46), mentre l’utilizzo di integratori di omega-3 ha dimostrato notevoli benefici in appena tre settimane di trattamento (American Journal of Psychiatry, vol. 159:477-479). Inoltre, altri studi evidenziano come gli acidi grassi omega 3 possono essere un efficace trattamento per il disturbo bipolare (Archives of General Psychiatry, vol. 56 n. 5) e per il disturbo di personalità borderline (American Journal of Psychiatry, vol. 160:167 — 169).

L’olio di pesce ha dimostrato di essere altamente efficace nella riduzione della pressione arteriosa. Questo è uno dei principali motivi per cui l’American Heart Association (AHA) e l’US National Institutes of Health (NIH) raccomandano a tutti di mangiare pesce almeno un paio di volte a settimana, e consigliano alle persone con sintomi di malattie cardiache (ad esempio, la pressione arteriosa alta) di assumere ogni giorno integratori di olio di pesce che forniscano almeno un grammo di omega 3 (EPA e DHA).

Sapevi che è stato dimostrato da centinaia di studi in tutto il mondo che gli omega-3 sono uno dei più potenti ed efficaci anti-infiammatori esistenti in natura?

Gli omega-3 infatti sono la più sicura ed efficace delle cure naturali per alleviare il dolore da mal di testa così come l’artrite infiammatoria rispetto ai farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS) come Voltaren, Brufen, Moment, Aleve e altri (Arthritis and Rheumatism, Vol. 38: 1107-14). In molti degli studi scientifici esaminati, i pazienti sono stati in grado di ridurre notevolmente e persino eliminare completamente i farmaci dopo l’avvio un programma di trattamento a base di omega 3.

Quindi prima di iniziare un trattamento con uno di questi farmaci o se si stanno già utilizzando, il consiglio è di mangiare più pesce, oppure di integrare l’alimentazione con omega-3. Potresti avere gli stessi risultati, evitare gli effetti collaterali e nel contempo risparmiare un sacco di soldi.

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L’olio di pesce puo’ prevenire il cancro al seno?

L’olio di pesce puo’ prevenire o ridurre il rischio di cancro al seno?

Un articolo sul Journal of Nutrition ha puntualizzato gia’ da tempo come molti studi su animali mostrino che l’olio di pesce rallenta la crescita del tumore, inibisce il diffondersi delle cellule cancerose in altre parti del corpo, aumenta la risposta alle medicine chemioterapiche e previene la cachessia (grave deperimento organico collegato al cancro che uccide il 40% dei pazienti affetti da tumore).

Ulteriori buone notizie vengono da uno studio pubblicato nel giugno 2009 il quale ha mostrato che un’alimentazione ricca di acidi grassi omega-3 riduce il rischio di cancro al seno.

Tra le partecipanti allo studio coloro che hanno ingerito una media di 101 mg di EPA e 213 mg di DHA al giorno hanno avuto un rischio molto piu’ basso di sviluppare un cancro al seno rispetto al gruppo che ha ingerito una quantita’ minore di omega-3. Questi risultati suggeriscono che un consumo elevato di omega-3 e’ associato ad un basso rischio di cancro al seno.

Se nella vostra alimentazione non e’ presente il pesce ogni giorno oppure siete preoccupati dei livelli di contaminanti e inquinanti nel pesce, dovreste sicuramente valutare l’assunzione un integratore di omega-3 di grado farmaceutico!

 

Riferimenti in lingua inglese:

 http://jn.nutrition.org/cgi/content/abstract/132/11/3508S

 http://www.biomedcentral.com/1471-2407/9/216 

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Omega-3 contro l’Alzheimer e per la memoria

Omega-3 contro l’Alzheimer e per la memoria

La ricetta per una memoria di ferro?

Ridurre le calorie del 30 per cento e integrare la dieta con una giusta dose di acidi grassi come gli omega 3 contenuti soprattutto nel pesce. Una formula che a quanto pare vale soprattutto per chi ha superato la sessantina secondo lo studio pubblicato oggi sulla rivista Pnas da un gruppo di neurologi dell`Università di Munster, in Germania.

 

Le misure della salute. La ricerca è stata condotta su 49 persone, uomini e donne con un`età media di 60 anni, tutti con un indice di massa corporea di 28, ovvero nella fascia che indica il sovrappeso. L`indice di massa corporea (IMC) è un parametro di semplice calcolo che si ottiene dividendo il peso per il quadrato della propria altezza. Ad esempio, una donna che pesa 63 chili ed è alta 1 metro e 68 (al quadrato 2,8224) ricaverà l`IMC dividendo 63 per 2,8224 ottenendo un indice di massa corporea di 22,32, nella fascia di normalità. La forbice tra 18,5 e 24,9 indica un IMC regolare, da 25 a 29,9 sovrappeso, da 30 in su i vari gradi di obesità, sino alle forme patologiche.

 

La ricerca. Gli studiosi si sono concentrati sugli effetti che troppi grassi hanno sulle funzioni cognitive e hanno osservato che il gruppo di persone sottoposte ad un regime alimentare con porzioni ridotte, un minor apporto di calorie del 30 per cento, ma una dieta mai inferiore alle 1200 calorie, dopo tre mesi mostravano di ricordare di più e meglio.

 

Memo-magazzini più capienti. Sul perché la riduzione di peso abbia delle ripercussioni evidenti sull`attività cerebrale gli studiosi non sono concordi. La ragione potrebbe essere il miglioramento delle prestazioni di ippocampo e corteccia prefrontale, parti del cervello che immagazzinano, organizzano e recuperano l`informazione. Ci vorranno ulteriori studi più estesi per dare ragione a questa tesi, per ora i medici si sono concentrati su alcune sostanze che possono migliorare la salute del cervello.
Ad esempio aggiungere all`alimentazione un integratore a base di olio di pesce ricco in omega 3 avrebbe effetti positivi sulla riduzione degli stati infiammatori dei centri nervosi, offrendo uno scudo supplementare ai rischi di patologie degenerative come l`Alzheimer.

La riduzione dell`apporto calorico avrebbe un`influenza decisiva “sulla salute pubblica, aiutando a prevenire il declino cognitivo dovuto a invecchiamento”, ha commentato uno degli autori, Agnes Floel, neurologa dell`Ateneo tedesco.

Fonte: Sito del Sole 24 Ore

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La depressione si previene con gli Omega 3

Gli omega 3, gli acidi grassi essenziali contenuti in questi alimenti, sono infatti efficaci anche per `dribblare´ alcuni disturbi psichici. Lo dimostra uno studio condotto da ricercatori francesi dell’Istituto nazionale per la ricerca agronomica (Inra) che hanno approfondito, in diverse ricerche, le potenzialità di queste sostanze già conosciute per gli effetti benefici sul sistema cardiovascolare.

Secondo i ricercatori, questi acidi grassi -contenuti anche negli oli di oliva, soia e girasole- sarebbero in grado di prevenire, oltre alla depressione, persino i disturbi bipolari.

Lo conferma un’analisi dell’istituto francese di tutti gli studi sull’argomento negli ultimi 12 anni, che mette in relazione il livello di `omega´ assunti e diverse forme di depressione, da quella post-partum (studio Usa 2003) a quella dei pazienti ospedalizzati a rischio suicidio (studio cinese 2004).

Un’altro studio dell’Inra, eseguito sui topi, ha dimostrato che gli animali privati di omega 3 risultavano più stressati, ansiosi e memorizzavano meno informazioni.

Il consiglio degli scienziati è «mangiare pesce almeno tre volte la settimana», inserire nella dieta noci e oli ricchi di questi grassi o utilizzare integratori ad hoc.

Fonte: Il Secolo XIX 28 gennaio 2010

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Gli Omega-3 riducono le infiammazioni

L’olio di pesce riduce le infiammazioni e accorcia la degenza in ospedale: e’ quanto emerge da uno studio realizzato dai ricercatori dell’Universita’ di Southampton, nel Regno Unito, guidati da Philip Calder e pubblicato sulla rivista BioMed Central’s, da cui emergono le proprieta’ anti-sepsi degli acidi grassi omega-3.

Lo studio e’ stato condotto su 23 pazienti affetti da sepsi e ricoverati nell’Hospital Padre Ame’rico di Penafiel, in Portogallo.

Calder e colleghi hanno rilevato che i 13 pazienti trattati con l’olio di pesce avevano, alla fine del trattamento, piu’ bassi livelli di agenti infiammatori nel sangue e una migliore funzione polmonare, e hanno lasciato l’ospedale prima degli altri 10 pazienti, sottoposti invece a un normale regime alimentare senza integrazioni di omega-3.
Fonte: Agenzia ASCA
Fonte inglese: sciencedaily.com

 

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Perché gli Omega-3 dell’olio di pesce combattono l’artrite reumatoide?

omega-3
Il Ruolo Chiave dell’Omega-3 DHA

Introduzione:

Nel vasto universo della salute, l’importanza degli acidi grassi omega-3 ha da tempo catturato l’attenzione degli esperti. Una recente scoperta, avvenuta grazie al lavoro pionieristico del farmacologo italiano Mauro Perretti presso la Queen Mary University di Londra, ha gettato nuova luce su questo argomento, svelando un segreto straordinario dietro gli effetti benefici del pesce sulla nostra salute: alcuni dei suoi grassi omega-3, in particolare il DHA, vengono trasformati nel nostro corpo in una sostanza antinfiammatoria potentissima nota come Resolvina D2.

Il Ruolo Chiave dell’Omega-3 DHA:

Prima di immergerci nei dettagli della scoperta rivoluzionaria di Perretti, è fondamentale comprendere il ruolo cruciale che l’omega-3 DHA gioca nel nostro organismo. Il DHA, acido docosaesaenoico, è uno degli acidi grassi essenziali presenti nei pesci grassi come il salmone e le alghe marine. La sua importanza per la salute cerebrale, la funzione cardiaca e lo sviluppo ottimale è stata ampiamente riconosciuta, ma la recente scoperta apre nuovi orizzonti sulla portata dei benefici che questo elemento può offrire.

La Scoperta Rivoluzionaria di Mauro Perretti:

Il farmacologo italiano Mauro Perretti, con il suo team di ricerca presso la Queen Mary University di Londra, ha condotto uno studio innovativo in collaborazione con la Harvard Medical School di Boston. I risultati, pubblicati sulla rinomata rivista Nature, hanno rivelato che il DHA, uno dei principali componenti degli omega-3, viene trasformato nel nostro corpo in Resolvina D2. Questa molecola antinfiammatoria ha dimostrato di essere straordinariamente potente, proteggendo contro l’artrite reumatoide e mostrando un potenziale nel contrastare altre malattie legate all’infiammazione.

Meccanismi d’Azione della Resolvina D2:

Un aspetto affascinante della scoperta di Perretti è la comprensione dei meccanismi d’azione della Resolvina D2. Questa molecola agisce inibendo l’attivazione dei processi infiammatori nei vasi sanguigni, un fenomeno cruciale nelle malattie infiammatorie croniche. Stimola le cellule delle pareti dei vasi sanguigni, gli endoteli, a produrre inibitori del processo infiammatorio, creando così un ambiente meno favorevole per lo sviluppo di patologie legate all’infiammazione.

Potenza in Piccole Dosi:

Uno degli aspetti più sorprendenti della Resolvina D2 è la sua straordinaria potenza anche a dosi ridotte. Questo significa che quantità relativamente piccole di questa sostanza possono generare effetti antinfiammatori notevoli. Tale caratteristica è di particolare interesse in quanto la Resolvina D2 si distingue per la mancanza degli effetti collaterali tipici associati ai farmaci antinfiammatori tradizionali.

Applicazioni Potenziali e Implicazioni Mediche:

La Resolvina D2, grazie alla sua efficacia e alla mancanza di effetti collaterali indesiderati, apre la strada a molteplici applicazioni potenziali nel campo medico. Al di là della sua efficacia contro l’artrite reumatoide, questa molecola potrebbe dimostrarsi preziosa nel trattamento di altre condizioni legate all’infiammazione, come gli ictus e la setticemia. Le implicazioni per la salute pubblica sono immense, offrendo nuove prospettive di trattamento per una vasta gamma di malattie.

Un’Alternativa Privilegiata ai Farmaci Antinfiammatori Tradizionali:

La scoperta della Resolvina D2 come prodotto della trasformazione dell’omega-3 DHA apre la strada a un’alternativa privilegiata ai farmaci antinfiammatori tradizionali. La sua capacità di agire in modo mirato senza provocare gli effetti collaterali indesiderati comuni ai farmaci convenzionali potrebbe rivoluzionare il modo in cui affrontiamo le malattie infiammatorie. Questo approccio potrebbe fornire nuove soluzioni per coloro che cercano trattamenti più sicuri ed efficaci.

Ricerche Future e Sviluppi:

La scoperta della Resolvina D2 è solo l’inizio di un nuovo capitolo nella nostra comprensione degli omega-3 e dei loro benefici per la salute. Gli esperti prevedono che ulteriori ricerche potrebbero portare a sviluppi ancora più innovativi e applicazioni mediche più ampie. L’investigazione continua in questo campo potrebbe svelare nuovi segreti che avranno un impatto significativo sulla salute globale.

Conclusioni:

In conclusione, la scoperta della Resolvina D2 come prodotto della trasformazione dell’omega-3 DHA rappresenta un progresso senza precedenti nella nostra comprensione delle potenzialità terapeutiche degli acidi grassi omega-3. La straordinaria potenza di questa molecola antinfiammatoria, unita alla sua sicurezza d’uso, apre la strada a un nuovo paradigma nel trattamento delle malattie legate all’infiammazione. Con l’accelerazione delle ricerche e degli sviluppi, potremmo trovarci di fronte a un cambiamento fondamentale nel modo in cui affrontiamo e curiamo una vasta gamma di patologie, grazie al potere nascosto degli omega-3.

Fonte: Le Scienze (edizione italiana di Scientific American)

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Omega 3: Un Viaggio nell’Incredibile Mondo delle Potenzialità Salutari


Introduzione:


Gli omega 3, quei preziosi acidi grassi polinsaturi, sono sempre più riconosciuti come veri e propri alleati della salute. Inizialmente celebrati per il loro ruolo nella prevenzione delle malattie cardiovascolari, gli omega 3 stanno emergendo come una panacea versatile con impatti positivi su una vasta gamma di condizioni, dalle patologie neuropsichiatriche alla salute della retina. In questo articolo, esploreremo le ultime ricerche che rivelano le incredibili potenzialità degli omega 3, soffermandoci su uno studio italiano che dimostra un significativo impatto positivo nel trattamento dello scompenso cardiaco.

Gissi 5: Uno Studio Italiano Rivoluzionario nel Campo Cardiaco:


Lo studio italiano Gissi 5 ha portato alla luce un nuovo capitolo nel campo degli omega 3, concentrandosi sull’effetto di questi acidi grassi nel trattamento dello scompenso cardiaco. Il trial ha coinvolto ben settemila pazienti, sottoposti a una dose quotidiana di 1 grammo di omega 3 per quattro anni. Maria Grazia Franzosi, capo del dipartimento di Ricerca cardiovascolare dell’Istituto Mario Negri di Milano, rivela i risultati sorprendenti: una riduzione del 10% della mortalità tra i partecipanti. Questo studio pionieristico conferma l’importanza degli omega 3 nel mantenere la salute cardiaca e apre nuove prospettive per il loro impiego terapeutico.

Versatilità degli Omega 3: Dalla Neuroprotezione all’Invecchiamento:


L’interesse per gli omega 3 continua a crescere, alimentato dalle scoperte sempre più promettenti. Le evidenze scientifiche suggeriscono che questi acidi grassi possano avere effetti protettivi in diverse condizioni, dalla sclerosi multipla alla schizofrenia, dalla degenerazione maculare al tumore alla prostata. Un articolo recentemente pubblicato su “Jama” ha svelato che gli omega 3 possono agire come importanti rallentatori dell’orologio biologico, dimostrando il loro potenziale nell’affrontare l’invecchiamento.

Omega 3 e Salute Mentale: Conferme dall’Associazione Americana degli Psichiatri:


L’Associazione Americana degli Psichiatri ha ufficialmente riconosciuto l’importanza degli omega 3 per la salute mentale. Studi indicano che apporti giornalieri significativi di omega 3 sono essenziali per mantenere il cervello in salute e combattere i disordini dell’umore. Questo ulteriore supporto scientifico sottolinea il ruolo cruciale degli omega 3 nella promozione del benessere mentale.

Omega 3 e la Lotta contro la Degenerazione Maculare e il Cancro alla Prostata:


Le proprietà benefiche degli omega 3 si estendono anche alla salute degli occhi e alla prevenzione del cancro alla prostata. Studi condotti presso l’Università di Boston hanno evidenziato che il consumo regolare di pesce azzurro o salmone, ricchi di omega 3, può rallentare la progressione della degenerazione maculare. Allo stesso tempo, ricerche condotte presso la University of California di San Francisco hanno rivelato una riduzione del rischio di forme aggressive di cancro alla prostata con un’adeguata assunzione di omega 3.

Conclusioni:


Gli omega 3 stanno emergendo come un elemento chiave per la salute globale, con impatti positivi che spaziano dalla prevenzione delle malattie cardiovascolari alla lotta contro patologie neuropsichiatriche, dall’invecchiamento alla protezione della salute mentale. Con una base scientifica sempre più solida, l’integrazione consapevole di omega 3 nella dieta potrebbe essere la chiave per un futuro più sano e bilanciato.

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Se volessi provare ad ottenere quella quantità solo dal cibo, finiresti per mangiare un pesce (intero) al giorno.

Omega 3: L’Elisir di Giovinezza per la Salute Cardiovascolare e la Longevità

Introduzione:


Negli ultimi anni, la ricerca scientifica ha posto l’attenzione sugli straordinari benefici degli omega 3, i grassi acidi presenti in abbondanza in vari tipi di pesce. Uno studio condotto presso l’Università della California a San Francisco ha sollevato l’interessante ipotesi che gli omega 3 possano essere considerati un vero e proprio “elisir” di giovinezza. In questo articolo, esploreremo le scoperte di questo studio e approfondiremo come gli omega 3 possano influenzare positivamente la nostra salute cardiovascolare, la longevità e persino la struttura cromosomica.

Omega 3 e Telomeri: Una Connessione Cruciale:


Il Dr. Ramin Farzaneh-Far e il suo team hanno esaminato attentamente la relazione tra omega 3 e telomeri, le estremità terminali dei cromosomi responsabili della loro stabilità e durata. Il loro studio coinvolgeva 608 pazienti con malattie cardiovascolari, e i risultati sono stati sorprendenti. Coloro che avevano consumato una maggiore quantità di pesce negli ultimi cinque anni mostravano telomeri più lunghi e meno consumati, suggerendo un legame diretto tra l’assunzione di omega 3 e la conservazione dell’integrità cromosomica.

Studio Clinico: Omega 3 e Telomeri nei Partecipanti Sovrappeso:


Il team di ricerca ha coinvolto 106 soggetti in buona salute ma con sovrappeso e uno stile di vita sedentario. Divisi casualmente in tre gruppi, hanno seguito un trial di 4 mesi. Un gruppo ha ricevuto un supplemento giornaliero di 2,5 g di Omega-3, un altro di 1,5 g, mentre il terzo gruppo ha assunto un placebo inerte. L’analisi dei cromosomi ha rivelato un aumento significativo della lunghezza dei telomeri nei gruppi che hanno assunto gli omega 3, mentre nel gruppo placebo si è osservata una diminuzione.

Il Legame tra Omega 3, Riduzione dello Stato Ossidativo e Longevità:


Gli omega 3 non solo hanno dimostrato di influenzare positivamente la lunghezza dei telomeri ma anche di ridurre lo stato ossidativo. Questo è particolarmente rilevante, poiché lo stress ossidativo è collegato a molte malattie legate all’invecchiamento. I risultati indicano che l’incremento di omega 3 potrebbe contribuire a una maggiore longevità, aumentando le possibilità di recupero dopo un infarto, riducendo il declino mentale legato all’età e prevenendo modifiche oculari che potrebbero portare a problemi di vista.

Conferme da Studi su Modelli Animali:


Per consolidare ulteriormente l’ipotesi, studi su modelli animali hanno confermato che le cavie alimentate con omega 3 vivono circa un terzo più a lungo rispetto a quelle che non ricevono queste sostanze nella dieta. Questi risultati, sebbene su animali, forniscono un supporto significativo all’idea che gli omega 3 possano giocare un ruolo cruciale nella promozione della longevità.

Conclusioni:


In conclusione, gli omega 3 si profilano sempre più come un alleato fondamentale per la nostra salute cardiovascolare e la nostra longevità. L’associazione tra l’assunzione di omega 3, la conservazione dei telomeri e la riduzione dello stress ossidativo apre nuove prospettive sulla prevenzione di malattie legate all’invecchiamento. Considerare l’integrazione di omega 3 nella nostra dieta potrebbe essere un passo significativo verso un futuro più sano e duraturo.

 

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