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Gli Omega-3 proteggono la salute delle tue articolazioni

articolazioni_omega3Gli Omega-3 proteggono la salute delle articolazioni grazie alla loro azione antinfiammatoria.
Secondo un nuovo studio, pubblicato sul British Journal of Nutrition, ad una concentrazione maggiore nel sangue di Omega-3 corrisponde una probabilità più alta di guarigione dall’artrite reumatoide.
Già 20 anni fa uno studio belga aveva dimostrato che l’assunzione di 2,5 g di Omega-3 al giorno portava ai pazienti affetti da artrite reumatoide notevoli benefici, permettendo loro di ridurre l’utilizzo di farmaci.
Un ulteriore studio del 2012 aveva confermato i benefici di una integrazione di 2,7 g di Omega-3 al giorno per più di 3 mesi.
Come noto gli Omega-3 promuovono la formazione di sostanze antinfiammatorie all’interno del corpo, aiutando quindi a prevenire le malattie di origine infiammatoria.
Invece gli acidi grassi saturi, contenuti ad esempio nella carne, favoriscono l’insorgenza delle infiammazioni.
Con 4 capsule di A-M B-Well PGFO oppure 1 cucchiaino da te’ di Liquid Gold si raggiunge la dose giornaliera utilizzata negli studi citati.

Fonte in inglese: British Journal of Nutrition

Con gli omega 3 diminuisce rischio artrite

Il consumo di Omega-3 riduce il rischio di sviluppare artrite reumatoide.

Lo afferma uno studio del Karolinska Institute di Stoccolma pubblicato dalla rivista Annals of the Rheumatic Diseases.

I ricercatori hanno studiato 32mila donne nate tra il 1914 e il 1948 tra il 2003 e il 2010, dividendole in cinque categorie in base al consumo di Omega-3 dal pesce, da un minimo di 0,21 grammi al giorno o meno a un massimo di mezzo grammo al giorno.

Nel periodo studiato 205 donne hanno sviluppato l’artrite reumatoide, e nelle donne che avevano un consumo superiore a 0,35 grammi al giorno di Omega-3 il rischio è risultato minore del 52 per cento.

Ti ricordo che una sola capsula di A-M B-Well PGFO contiene 0,60 grammi di Omega-3, circa il doppio di quanto necessario per dimezzare il rischio di sviluppare artrite reumatoide.

Fonte in inglese: Annals of the Rheumatic Diseases

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Perché gli Omega-3 dell’olio di pesce combattono l’artrite reumatoide?

omega-3
Il Ruolo Chiave dell’Omega-3 DHA

Introduzione:

Nel vasto universo della salute, l’importanza degli acidi grassi omega-3 ha da tempo catturato l’attenzione degli esperti. Una recente scoperta, avvenuta grazie al lavoro pionieristico del farmacologo italiano Mauro Perretti presso la Queen Mary University di Londra, ha gettato nuova luce su questo argomento, svelando un segreto straordinario dietro gli effetti benefici del pesce sulla nostra salute: alcuni dei suoi grassi omega-3, in particolare il DHA, vengono trasformati nel nostro corpo in una sostanza antinfiammatoria potentissima nota come Resolvina D2.

Il Ruolo Chiave dell’Omega-3 DHA:

Prima di immergerci nei dettagli della scoperta rivoluzionaria di Perretti, è fondamentale comprendere il ruolo cruciale che l’omega-3 DHA gioca nel nostro organismo. Il DHA, acido docosaesaenoico, è uno degli acidi grassi essenziali presenti nei pesci grassi come il salmone e le alghe marine. La sua importanza per la salute cerebrale, la funzione cardiaca e lo sviluppo ottimale è stata ampiamente riconosciuta, ma la recente scoperta apre nuovi orizzonti sulla portata dei benefici che questo elemento può offrire.

La Scoperta Rivoluzionaria di Mauro Perretti:

Il farmacologo italiano Mauro Perretti, con il suo team di ricerca presso la Queen Mary University di Londra, ha condotto uno studio innovativo in collaborazione con la Harvard Medical School di Boston. I risultati, pubblicati sulla rinomata rivista Nature, hanno rivelato che il DHA, uno dei principali componenti degli omega-3, viene trasformato nel nostro corpo in Resolvina D2. Questa molecola antinfiammatoria ha dimostrato di essere straordinariamente potente, proteggendo contro l’artrite reumatoide e mostrando un potenziale nel contrastare altre malattie legate all’infiammazione.

Meccanismi d’Azione della Resolvina D2:

Un aspetto affascinante della scoperta di Perretti è la comprensione dei meccanismi d’azione della Resolvina D2. Questa molecola agisce inibendo l’attivazione dei processi infiammatori nei vasi sanguigni, un fenomeno cruciale nelle malattie infiammatorie croniche. Stimola le cellule delle pareti dei vasi sanguigni, gli endoteli, a produrre inibitori del processo infiammatorio, creando così un ambiente meno favorevole per lo sviluppo di patologie legate all’infiammazione.

Potenza in Piccole Dosi:

Uno degli aspetti più sorprendenti della Resolvina D2 è la sua straordinaria potenza anche a dosi ridotte. Questo significa che quantità relativamente piccole di questa sostanza possono generare effetti antinfiammatori notevoli. Tale caratteristica è di particolare interesse in quanto la Resolvina D2 si distingue per la mancanza degli effetti collaterali tipici associati ai farmaci antinfiammatori tradizionali.

Applicazioni Potenziali e Implicazioni Mediche:

La Resolvina D2, grazie alla sua efficacia e alla mancanza di effetti collaterali indesiderati, apre la strada a molteplici applicazioni potenziali nel campo medico. Al di là della sua efficacia contro l’artrite reumatoide, questa molecola potrebbe dimostrarsi preziosa nel trattamento di altre condizioni legate all’infiammazione, come gli ictus e la setticemia. Le implicazioni per la salute pubblica sono immense, offrendo nuove prospettive di trattamento per una vasta gamma di malattie.

Un’Alternativa Privilegiata ai Farmaci Antinfiammatori Tradizionali:

La scoperta della Resolvina D2 come prodotto della trasformazione dell’omega-3 DHA apre la strada a un’alternativa privilegiata ai farmaci antinfiammatori tradizionali. La sua capacità di agire in modo mirato senza provocare gli effetti collaterali indesiderati comuni ai farmaci convenzionali potrebbe rivoluzionare il modo in cui affrontiamo le malattie infiammatorie. Questo approccio potrebbe fornire nuove soluzioni per coloro che cercano trattamenti più sicuri ed efficaci.

Ricerche Future e Sviluppi:

La scoperta della Resolvina D2 è solo l’inizio di un nuovo capitolo nella nostra comprensione degli omega-3 e dei loro benefici per la salute. Gli esperti prevedono che ulteriori ricerche potrebbero portare a sviluppi ancora più innovativi e applicazioni mediche più ampie. L’investigazione continua in questo campo potrebbe svelare nuovi segreti che avranno un impatto significativo sulla salute globale.

Conclusioni:

In conclusione, la scoperta della Resolvina D2 come prodotto della trasformazione dell’omega-3 DHA rappresenta un progresso senza precedenti nella nostra comprensione delle potenzialità terapeutiche degli acidi grassi omega-3. La straordinaria potenza di questa molecola antinfiammatoria, unita alla sua sicurezza d’uso, apre la strada a un nuovo paradigma nel trattamento delle malattie legate all’infiammazione. Con l’accelerazione delle ricerche e degli sviluppi, potremmo trovarci di fronte a un cambiamento fondamentale nel modo in cui affrontiamo e curiamo una vasta gamma di patologie, grazie al potere nascosto degli omega-3.

Fonte: Le Scienze (edizione italiana di Scientific American)

Se la tua alimentazione è carente di Omega-3, con una sola capsula di A-M B-Well Omega-3 ti assicuri ben 600 mg di Omega-3 EPA e DHA ad alta biodisponibilità e certificati da IFOS per purezza, concentrazione, freschezza e radioattività.
Un solo cucchiaino da tè di Liquid Gold apporta invece ben 3000 mg di Omega-3 EPA e DHA.
Se volessi provare ad ottenere quella quantità solo dal cibo, finiresti per mangiare un pesce (intero) al giorno.

Omega-3: la chiave per una vita piena di salute.

Le donne incinte ne hanno bisogno per il cervello dei loro bambini. I ragazzi ne hanno bisogno per imparare. Gli adulti hanno cuori più sani grazie a loro. Questi nutrienti che sembrano essere utili per qualsiasi cosa conosciuti come acidi grassi Omega-3 riducono il dolore nelle persone affette da artrite reumatoide – e possono aiutare nella cura dell’autismo, del disordine bipolare, della depressione, dell’Alzheimer, del ADHD (disturbo da deficit di attenzione e iperattività) e del cancro alla prostata. Anche cani e gatti hanno bisogno di omega-3 per restare in salute.

Quindi mangia più pesce. Prendi pillole di olio di pesce. Inizia a comprare cibo arricchito. Comunque tu lo faccia, potrai avere benefici dall’assumere più acidi grassi omega-3, specificatamente DHA e EPA.

“Ci sono prove di tipo medico-nutrizionistico basate su studi scientifici su umani che suggeriscono che l’americano medio avrebbe probabilmente una vita più sana, un minor rischio di morte da problemi cardiaci e migliori funzioni cerebrali se consumasse più pesce, più integratori o più cibo arricchito con DHA ed EPA”, dice lo scienziato nutrizionista Bruce Holub, della University of Guelph (Ontario) e direttore esecutivo del DHA/EPA Omega-3 Institute.

In uno studio pubblicato nel 1999, degli scienziati italiani hanno studiato più di 11 mila uomini che avevano sofferto di attacco cardiaco. Dopo 3 anni e mezzo, la mortalità nel gruppo che assumeva circa 1 grammo di EPA e DHA al giorno era del 20% inferiore al gruppo che non aveva assunto integratori di omega-3.

In uno studio nel 2007, ricercatori giapponesi hanno seguito un gruppo di circa 18 mila persone con alti livelli di colesterolo per 5 anni, verificando che coloro che avevano assunto 1,8 grammi di omega-3 al giorno, in aggiunta ai medicinali, avevano il 20% in meno di probabilità di avere problemi coronarici rispetto a coloro che assumevano solo i medicinali.

Il dottor Holub spiega che altri studi mostrano come per ogni grammo di EPA e DHA che una persona assume al giorno, il livello dei trigliceridi scende dell’8%, con benefici evidenti in sole 2 settimane. Alti livelli di trigliceridi sono il maggiore fattore di rischio relativo ai problemi cardiaci negli americani con più di 35 anni.

Prendendo da 2 a 4 grammi di omega-3 per un paio di settimane si potrebbero ridurre i trigliceridi di circa il 32%, in persone con alti livelli di trigliceridi.

Mentre EPA e DHA sono entrambi essenziali per la salute del cuore, – riducono la pressione, abbassano i grassi nel sangue, rallentano lo sviluppo di trombi, ed evitano aritmie cardiache, tra le altre cose – il DHA è la star dello sviluppo degli occhi e del cervello.

Alcuni studi hanno mostrato che le donne incinte che mangiano pesce almeno 4 volte alla settimana oppure assumono ogni giorno 1,1 grammi di DHA avranno bambini con alti quozienti d’intelligenza (misurati all’età di 4 anni). I loro bambini avranno minori allergie, una vista migliore e dormiranno meglio. Le mamme che hanno assunto DHA avranno anche meno episodi di depressione postpartum.

Gli scienziati devono ancora capire fino n fondo come funziona la “magia” degli omega-3, ma la riduzione dell’infiammazione è probabilmente la chiave, soprattutto per alcune patologie. Questo spiegherebbe perché alte dosi di EPA e DHA possono ridurre la rigidezza mattutina e il dolore articolare più di molti medicinali nelle persone che soffrono di artrite, e possono aiutare nel ridurre la quantità di antidolorifici. I problemi neurologici sono un’altra area d’interesse. Alcuni studi hanno scoperto bassi livelli di omega-3 negli adulti affetti da Alzheimer e nei bambini affetti da ADHD (disturbo da deficit di attenzione e iperattività), comparati a gruppi senza questi problemi. “Tutte queste patologie hanno a che fare con un comportamento anomalo delle cellule”, dice Philip Calder, nutrizionista e ricercatore alla University di Southampton in Inghilterra. “Si puo far funzionare le cellule in modo ottimale fornendo loro abbastanza omega-3, in modo che i tessuti funzionino in modo adeguato e non si abbiano queste manifestazioni di malattia”. “Perché nei secoli scorsi veniva consumato tanto pesce? Penso che stiamo solo iniziando a capirne i benefici.”

 

Fonte: Los Angeles Times 26 aprile 2010

 

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Omega 3: benefici contro i dolori

Una combinazione inedita di paracetamolo e olio di pesce si è rivelata un rimedio efficace contro i dolori causati da artrite reumatoide e osteoartrite.
E’ il risultato di una ricerca della Scuola di farmacia e scienze mediche dell’Università dell’Australia meridionale, guidata dalla prof. Gillian Caughey.
“I farmaci anti-infiammatori non steroidei (Fans) forniscono sollievo a breve termine a chi soffre di queste patologie – scrive Caughey sulla rivista Complemetary Therapies in Medicine – ma purtroppo l’uso di questi medicinali è associato ad un rischio accresciuto di problemi gastrici e cardiovascolari, mentre non migliorano i risultati a lungo termine”.

I ricercatori hanno somministrato paracetamolo e dosi differenti di acidi grassi Omega3 a due gruppi di pazienti. “Analizzando i campioni di sangue abbiamo riscontrato che i pazienti che avevano ricevuto dosi maggiori di Omega 3 avevano livelli più bassi di mediatori infiammatori“, conclude la studiosa.

Fonte in inglese: Science Direct

 

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L’olio di pesce previene l’artrosi

Una nuova ricerca dall’Inghilterra suggerisce che l‘olio di pesce può prevenire ed aiutare a rallentare la progressione dell’artrosi, una malattia degenerativa delle articolazioni che colpisce circa il 10% della popolazione adulta generale, e il 50% delle persone che hanno superato i 60 anni di età.

Il team di ricercatori dell’Università di Bristol in Gran Bretagna ha nutrito con una alimentazione ricca di omega-3 delle cavie con una predisposizione genetica a sviluppare artrosi ed ha scoperto che, rispetto ad un gruppo di controllo di animali alimentati con una dieta standard, l’alimentazione addizionata di olio di pesce riduce l’incidenza della malattia del 50 %.

Tra gli effetti positivi degli omega-3 sono stati rilevati una riduzione della degradazione del collagene nella cartilagine e una migliore ritenzione delle molecole che danno alla cartilagine le proprietà ammortizzanti.

Evidenze scientifiche hanno indicato che gli omega-3 influenzano la biochimica dell’artrosi, prevenendone l’insorgenza e rallentandone la progressione quando è già presente.

Il Dr. Tarlton, uno dei ricercatori, ha dichiarato che “l’alimentazione nel mondo sviluppato manca di omega-3. Assumendo omega-3 per aiutare a correggere questo squilibrio si può migliorare anche una serie di altri problemi di salute come malattie cardiache e la colite”.

Lo studio è stato pubblicato nel numero di settembre 2011 della rivista Osteoarthritis and Cartilage.

 

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Branzini e sogliole curano l’artrite e i disturbi cardiaci

SEMPRE piu’ spesso si sente dire che alla salute dell’apparato cardiocircolatorio fa bene mangiare pesce grasso almeno una volta alla settimana; in alternativa, si puo’ ricorrere ogni giorno a capsule contenenti mezzo grammo di grassi di pesce. Questi sono trigliceridi di acidi detti appunto grassi, appartenenti alla categoria nota come OMEGA-3 o n-3.

Non possono essere sintetizzati dal nostro organismo, ma vanno assunti dall’esterno. John Stanley, biochimico di Oxford, ha recentemente sostenuto che prevengono l’aritmia e riducono la probabilita’ di fibrillazione ventricolare, una delle cause d’arresto cardiaco, proteggendo cosi’ dalla morte improvvisa dovuta a un attacco di cuore.

Sempre dalla Gran Bretagna c’informano ora che c’e’ un motivo in piu’ per andare in pescheria. Alcuni scienziati dell’universita’ di Cardiff, infatti, hanno spiegato perche’ i grassi provenienti dal pesce alleviano il dolore e l’infiammazione dovuti all’artrite. E’ questa una malattia che colpisce le articolazioni, deformandole e riducendone le possibilita’ di movimento.

I ricercatori sostengono che gli acidi grassi OMEGA-3, quando sono portati dal sangue alla cartilagine e giungono all’interno delle sue cellule, dette condrociti, hanno vari effetti benefici. Riducono l’attivita’ di certi enzimi proteolitici responsabili del danneggiamento, come le aggrecanasi, che causano l’erosione cartilaginea. Inoltre gli acidi suddetti bloccano la sintesi di citochine, come l’interleuchina-1 e il fattore di necrosi tumorale, le quali, oltre a essere esse stesse infiammanti, stimolano la produzione di altre citochine da parte della cartilagine, portando cosi’ al peggioramento cronico dell’artrite. Dai grassi del pesce viene bloccato anche un altro enzima, la ciclo-ossigenasi-2, considerato uno dei maggiori responsabili del dolore e dell’infiammazione. Detto anche prostaglandina-sintetasi, l’enzima, come dice il nome, permette la biosintesi di alcune prostaglandine. Queste, insieme con composti a esse collegati, essendo sostanze irritanti, stimolano i nervi e procurano dolore. Nell’organismo e’ normalmente presente un enzima detto ciclo-ossigenasi-1, responsabile della biosintesi degli acidi grassi eicosanoidi, importanti nel mantenere le condizioni fisiologiche durante il metabolismo cellulare.

Gli acidi grassi OMEGA-3 non interferiscono con questo enzima importante, ma bersagliano solo il suo parente dannoso. La scoperta degli scienziati di Cardiff e’ percio’ particolarmente promettente, perche’ le industrie farmaceutiche stanno cercando sostanze sempre piu’ efficaci contro una malattia tanto dolorosa e invalidante come l’artrite; una linea di ricerca particolarmente battuta negli ultimi tempi si basa proprio sull’inibizione dell’enzima ciclo-ossigenasi-2.

Gli studi compiuti a Cardiff hanno quindi dato una giustificazione scientifica al vecchio uso dell’olio di fegato di merluzzo. Impiegato nella concia delle pelli e come tonico primaverile dalle famiglie di pescatori in Norvegia, Islanda, Scozia e Terranova, esso ebbe infatti gran successo anche come rimedio popolare contro artrite, reumatismi, gotta e tisi. I medici dell’ospedale di Manchester lo usarono con buoni risultati a partire dal 1770. La voce comincio’ a spargersi, ma ci volle l’uscita di una pubblicazione nel 1841 per suscitare un grande interesse. Qualche decennio dopo, un tal Charles Fox, chimico inglese, uso’ lo stesso olio per impregnare cerotti, lontani precursori dei dispositivi transdermici oggi tanto in voga per la somministrazione di farmaci. Sebbene consigliato anche per altri motivi, e cioe’ per l’alto contenuto di vitamine A e D, l’olio di fegato di merluzzo non ha mai incontrato simpatie per il gusto e l’odore sgradevoli.

Ma ora in commercio esistono capsule comode da ingoiare. E anche per rifornirsi solo di acidi grassi OMEGA-3, senza tutti gli altri principi contenuti in quell’olio, chi non mangia volentieri pesce puo’ andare in farmacia. In un modo o nell’altro, possiamo cosi’ assumere questi grassi cosi’ utili e privi di effetti collaterali sgraditi. Essi non contengono steroidi e, a differenza dell’aspirina, comunemente usata come antinfiammatorio, non danneggiano lo stomaco.

Uno studio clinico gia’ cinque anni fa aveva dimostrato che prenderli per tre mesi riduce i dolori e la rigidita’ articolare. Al giorno d’oggi e’ possibile incorporarli nei cibi, senza che il sapore venga alterato. Si possono aggiungere, per esempio, a burro, margarina, maionese, pane, biscotti, yogurt. Per ora i consumatori intervistati in proposito, pur capendo l’importanza di quell’apporto dietetico, sono sembrati piuttosto scettici. Lo stesso si deve dire per la maggioranza dei produttori, ma probabilmente un’educazione nutrizionale appropriata potra’ portare ad alimenti validi sia da un punto di vista dietetico sia da quello organolettico.

Fonte: La Stampa 23-08-2000

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