Vuoi dormire meglio?

Uno studio pubblicato su Sleep Health ha evidenziato che i livelli ematici di Omega-3 totali sono costantemente più bassi tra coloro con un sonno molto breve (meno di 5 ore) rispetto a chi ha un sonno normale (7-9 ore).

Questa ricerca trasversale ha analizzato i dati di 1.314 adulti statunitensi, che hanno partecipato al National Health and Nutrition Examination Survey (NHANES).

Lo studio ha rilevato che i livelli di acidi grassi Omega-3 nel sangue erano costantemente più bassi tra coloro che dormivano molto brevemente.

“L’insufficienza del sonno è un problema chiave che approfondisce la crisi del sonno che attualmente colpisce circa 70 milioni di americani”, ha affermato la dott.ssa Susan Mitmesser , che ha eseguito lo studio.
“Sebbene siano necessarie ulteriori ricerche per chiarire la causalità e i meccanismi sottostanti che collegano l’assunzione giornaliera di acidi grassi Omega-3 al miglioramento del sonno, i risultati di questo studio si aggiungono a un numero crescente di ricerche che suggeriscono che gli Omega-3 hanno un ruolo ancora maggiore nel sostenere la salute umana di quanto si pensasse in precedenza“.

Questi ultimi risultati pubblicati su Sleep Health si aggiungono alle prove crescenti che indicano il più ampio impatto che gli acidi grassi Omega-3 possono avere sulla salute umana, inclusa la salute del cuore, la salute mentale e anche il sonno.

Fonte in inglese: Sleep Health Journal of the National Sleep Foundation

Quanti Omega-3 servono per abbassare la pressione sanguigna?

Sebbene esistano da tempo prove scientifiche che il consumo di acidi grassi Omega-3 negli alimenti o negli integratori alimentari possa ridurre il rischio di ipertensione, la quantità ottimale da consumare per ottenere questo beneficio fino ad oggi non era chiara.

Una revisione di 71 studi svolti dal 1987 al 2020, pubblicata il 1 giugno 2022, ha analizzato gli effetti degli Omega-3 su quasi 5 mila persone.
Gli scienziati hanno esaminato la relazione tra la pressione sanguigna e gli acidi grassi Omega-3 DHA ed EPA in persone maggiorenni con o senza ipertensione o disturbi del colesterolo.
I partecipanti hanno assunto fonti di Omega-3 dall’alimentazione e/o integratori per una media di 10 settimane.
L’analisi dei risultati ha rilevato che, rispetto ai partecipanti che non avevano consumato Omega-3, coloro che avevano assunto tra 2 e 3 grammi al giorno di Omega-3 DHA ed EPA avevano una riduzione della pressione sistolica (massima) e diastolica (minima) in media di 2 mm Hg.
Ma consumare almeno 3 grammi di Omega-3 al giorno ha portato a ulteriori benefici:
Con 3 grammi al giorno di Omega-3, la pressione arteriosa sistolica (massima) è diminuita in media di ben 4,5 mm Hg per coloro che soffrivano di ipertensione e di circa 2 mm Hg in media per quelli con valori normali.
Aumentando la dose a 5 grammi al giorno di Omega-3 non ha portato invece ad ulteriori effetti benefici, infatti in questo caso la pressione massima è diminuita in media di quasi 4 mm Hg per chi soffriva di ipertensione e meno di 1 mm Hg in media per coloro con valori normali.

Secondo la ricerca, circa 3 grammi al giorno di  Omega-3, consumati negli alimenti o negli integratori, sembrano quindi essere la dose giornaliera ottimale per aiutare ad abbassare la pressione sanguigna.

Circa 150 g di salmone atlantico forniscono i 3 grammi di Omega 3 suggeriti dallo studio. Un tipico integratore di olio di pesce contiene invece circa 300 mg di Omega-3 per capsula, mentre gli integratori A-M B-Well contengono ben 700 mg per capsula, quindi sono sufficienti 4 capsule al giorno (oppure 1 cucchiaino da tè di Liquid Gold) per raggiungere i 3 grammi di Omega-3 raccomandati.

Fonte in inglese: Journal of American Heart Association

Qual è il momento migliore per assumere il tuo integratore di olio di pesce?

Saltare i pasti o mangiare colazioni a basso contenuto di grassi potrebbe spiegare perché alcuni consumatori di integratori di omega-3 non ottengono tutti i benefici dei loro prodotti.

La colazione è spesso il momento preferito per l’assunzione di farmaci e integratori.  All’inizio di ogni giornata, a molti piace sfruttare la rinnovata energia per concentrarsi sulla salute.

Studi scientifici, tuttavia, hanno collegato l’efficacia di farmaci e integratori al momento della giornata in cui vengono assunti.

Come un pasto a basso contenuto di grassi influisce sull’assorbimento di Omega-3

Per decenni, molti consumatori di omega-3 hanno anche scelto di assumere i loro integratori come prima cosa al mattino. 
Tuttavia, i ricercatori sottolineano che gli acidi grassi omega-3 devono essere consumati con il cibo – e preferibilmente in un pasto ad alto contenuto di grassi – per essere assorbiti bene (link allo studio). 

Assumere  Omega-3 prima di un pasto principale favorisce il migliore assorbimento e la migliore digeribilità del prodotto.
Gli Omega-3 possono essere assunti in un’unica soluzione o in momenti diversi della giornata: questo rapporto varia in base alle esigenze personali.

Oggi, gli scienziati sospettano che la tendenza verso colazioni a basso contenuto di grassi o addirittura l’abitudine di saltare del tutto la colazione, potrebbe spiegare perché alcuni consumatori di integratori non vedono aumentare i loro livelli di omega-3 nel sangue (link allo studio).

Cosa significa per i consumatori? Se non fai colazione, o in genere mangi cibi a basso contenuto di grassi al mattino, cerca di assumere la tua dose giornaliera di Omega-3 più tardi nel corso della giornata con un pasto più completo.

Artrite e dolori articolari

Se soffri di artrite e dolori articolari, probabilmente avvertirai sintomi più intensi al mattino. Uno studio francese ha scoperto che i FANS (farmaci antinfiammatori non steroidei) erano più efficaci se consumati da quattro a otto ore prima dell’inizio del picco del dolore (link allo studio). 

Poiché gli acidi grassi Omega-3 agiscono sulle stesse vie biochimiche dei FANS , assumere l’integratore di olio di pesce la sera potrebbe rendere più facile alzarsi dal letto la mattina.

Qualità del sonno

In uno studio pilota dal Regno Unito, i ricercatori hanno scoperto che i bambini che assumevano Omega-3 aumentavano il tempo di sonno di una media di 58 minuti, riducendo il numero di risvegli durante la notte (link allo studio). 
Allo stesso modo, altri studi dimostrano che un’adeguata assunzione di Omega-3 è importante per un riposo di buona qualità, un migliore rilassamento (link allo studio) e un ridotto rischio di apnea notturna (link allo studio).

I clienti che hanno assunto i nostri Omega-3 a cena  hanno segnalato una migliore qualità del sonno e più energia durante il giorno, e molti hanno anche notato effetti positivi su occhi e articolazioni. 

Gli scienziati suggeriscono che mentre dormiamo, il ritmo circadiano del nostro corpo influenza il nostro equilibrio ormonale, così come la capacità del corpo di assorbire sostanze chimiche contenute in farmaci e integratori.

La costanza è la chiave per i benefici per la salute

Detto questo, qualsiasi integratore non farà molta differenza se non lo assumi con costanza.
La somministrazione deve essere continuativa nel tempo per generare effetti preventivi e di protezione. 

Quindi, per ottenere i migliori risultati, trova la dose adatta (preferibilmente su consiglio medico) e un momento della giornata che funzioni per te e continua per lungo tempo.

Ma soprattutto utilizza un integratore certificato di qualità eccelsa come A-M B-Well Omega-3.

I tuoi Omega-3 contengono arsenico?

Tra gli inquinanti presenti nei nostri mare c’è purtroppo anche l’arsenico, che attraverso la catena alimentare si accumula nel pesce e di conseguenza può finire anche all’interno degli integratori di omega-3.

Esposizioni ripetute nel tempo all’arsenico possono provocare alcuni tumori e malformazioni al feto in gravidanza, per questo sono stabiliti limiti molto bassi per alimenti e integratori.

Uno studio analitico sugli integratori alimentari di origine marina in vendita negli USA ha rilevato diverse forme di arsenico presenti nella maggior parte dei campioni analizzati, anche se a livelli non tossici e inferiori ai limiti di legge. 

La ricerca, pubblicata sulla rivista Chemosphere, è frutto del lavoro di due docenti del Dartmouth College.
I ricercatori per il loro test hanno acquistato 32 integratori di origine marina: oli di pesce, di krill e di alghe.
L’obiettivo principale dei ricercatori era valutare le concentrazioni di arsenico alla luce della frequente raccomandazione per le madri in gravidanza di assumere integratori di omega-3, per favorire il corretto sviluppo cerebrale del feto.
I feti in via di sviluppo sono ovviamente molto sensibili a molti oligoelementi nella dieta della madre.
Poichè concentrazioni di arsenico urinario più elevate sono state trovate tra le donne che consumavano integratori marini rispetto a quelle che non ne facevano uso, è stato deciso di verificare le concentrazioni nei prodotti in vendita.

Nei 32 integratori esaminati, le concentrazioni di arsenico totale più elevate sono state trovate in quelli a base di olio di alghe e krill, e negli oli di pesce e fegato di pesce commercializzati come “non lavorati”.

Tutti i prodotti sono conformi alle normative, ma come si vede dal grafico sopra la differenza ad esempio tra i gli oli di Krill (colonne arancioni) e  di pesce “non lavorati” (colonne blu a destra) con gli altro oli di pesce (colonne blu a sinistra) è notevole.
Gli oli di Krill e gli oli di pesce non purificati contengono migliaia di volte più arsenico.

Ricorda che l’olio di pesce A-M B-Well, grazie alla distillazione molecolare multipla, è virtualmente privo di contaminanti come l’arsenico, con certificazione di purezza, freschezza e concentrazione del prestigioso Istituto IFOS su ogni lotto.
Solo un prodotto puro può essere assunto anche per lunghi periodi di tempo ed a dosaggi elevati
.

Fonte : Chemosphere, June 2022

Meno parti prematuri con gli Omega-3

Fornire integratori di olio di pesce alle donne in gravidanza con bassi livelli di omega-3 potrebbe prevenire circa il 14% delle nascite pretermine, secondo i dati di uno studio australiano.

La scoperta ha ispirato un programma di screening e trattamento per la prima volta al mondo per le carenze di omega-3 nelle donne in gravidanza in Australia.

Alcuni anni fa, la prof.ssa Maria Makrides del South Australian Health and Medical Research Institute e i suoi colleghi hanno condotto uno studio in cui hanno assegnato casualmente a 5500 donne in gravidanza 1 grammo di omega-3 al giorno sotto forma di capsule di olio di pesce o un placebo (sostanza inerte), iniziando prima delle 20 settimane di gestazione.
I ricercatori hanno scoperto che nelle donne con bassi livelli di omega-3 nel sangue, gli integratori di omega-3 hanno ridotto del 77% il rischio di parto prematuro  prima della 34a settimana di gestazione.
Sulla base di questi risultati, la prof.ssa Makrides ha contribuito a lanciare un programma di screening nello stato dell’Australia meridionale che offre esami del sangue gratuiti a tutte le donne in gravidanza per identificare e curare coloro che sono a basso contenuto di omega-3.
Da maggio 2021 sono state sottoposte a screening circa 3000 donne e finora il 17% ha bassi livelli di omega-3.
Sulla base dei precedenti risultati degli studi clinici, la prof.ssa Makrides e il suo team stimano che raccomandare integratori di omega-3 a queste donne con bassi livelli di omega-3 potrebbe prevenire 1 parto pretermine su 7.

Attualmente, ci sono pochi modi efficaci per prevenire le nascite premature, che aumentano il rischio di morte o disabilità nei bambini “, afferma la prof.ssa Makrides “e trovare modi per prevenire il parto prematuro è una delle massime priorità nella salute materna e infantile“.
Non è chiaro il motivo per cui gli acidi grassi omega-3 proteggano dalla nascita pretermine, ma ci sono alcune prove che influenzano i cambiamenti pre-travaglio della cervice e le contrazioni dell’utero, afferma la scienziata.

Fonte in inglese: The New England Journal of Medicine

Omega 3 per ridurre il mal di testa

Secondo uno studio pubblicato dal British Medical Journaluna alimentazione ricca di omega-3 riduce la frequenza del mal di testa rispetto a una alimentazione con livelli normali di omega-3.

Le moderne alimentazioni tendono ad essere povere di omega 3 e ricche di omega 6.
Entrambi sono precursori delle ossilipine, molecole coinvolte nella regolazione del dolore e dell’infiammazione.
Le ossilipine derivate dagli omega-3 sono associate ad effetti antidolorifici, mentre le ossilipine derivate dagli acidi grassi omega-6 peggiorano il dolore e possono provocare emicrania.

Un team di ricercatori statunitensi ha voluto verificare tre tipi diversi di alimentazione: una ricca di omega 3 ma con pochi omega 6, una ricca di omega 3 e quantità normali di omega 6 e una con quantità normali di entrambi gli acidi grassi.

Le diete sono state testate su 182 pazienti che hanno sofferto di emicrania da cinque a 20 giorni al mese.
La dieta ricca di omega-3 è stata associata a una riduzione di 1,3 ore di mal di testa al giorno e di due giorni di mal di testa al mese.

Il gruppo dietetico ad alto contenuto di omega-3 più basso di omega-6 ha visto una riduzione di 1,7 ore di mal di testa al giorno e quattro giorni di mal di testa al mese, suggerendo un ulteriore beneficio dalla riduzione degli omega-6 nella dieta.

Le diete ricche di omega-3 hanno prodotto riduzioni ampie e robuste della frequenza e della gravità del mal di testa rispetto alla dieta di controllo“, scrivono i ricercatori, e “aprono la porta a nuovi approcci per la gestione del dolore cronico”.

Fonte in inglese: British Medical Journal

Omega-3: un integratore su dieci è rancido

Gli integratori a base di olio di pesce in un caso su dieci contengono oli irranciditi, senza che sia possibile capirlo per un normale consumatore.

È questo il sorprendente risultato di un’indagine realizzata negli Stati Uniti dalla società indipendente Labdoor che effettua test a campione sui supplementi in vendita nelle principali catene di supermercati.

I ricercatori hanno selezionato e analizzato 54 tra gli integratori a base di olio di pesce più venduti. Il risultato è preoccupante: in media uno su dieci contiene oli ossidati al punto tale da essere considerati rancidi, in alcuni casi a livelli fino a 11 volte superiori a quelli raccomandati.

La presenza di acidi grassi rancidi, per i consumatori, è quasi sempre impossibile da identificare con l’olfatto o la vista, perché nascosta da additivi che opportunamente ne mascherano gli odori e i colori.

Gli omega-3 deperiscono facilmente a causa dell’ossidazione ambientale, divenendo oltre che inefficaci, anche potenzialmente nocivi per l’organismo.

Esistono infatti ipotesi su eventuali effetti cancerogeni degli omega-3 perossidati nell’organismo – molte divulgate nel 2010 dal ricercatore Brian Peskin.

A-M B-Well PGFO e Liquid Gold sono certificati da Ifos a 5 stelle anche per quanto riguarda l’ossidazione, sempre a livelli eccezionalmente bassi.

Fonte in inglese: Labdoor

Fonte in italiano: Il Salvagente

Gli Omega-3 riducono il rischio di malattie autoimmuni

L’assunzione giornaliera di integratori di olio di pesce Omega-3  comporta un minore rischio di sviluppare malattie autoimmuni, con un effetto più pronunciato dopo due anni.

Questa è stata la conclusione di uno studio randomizzato condotto da ricercatori del Dipartimento di Epidemiologia dell’Harvard TH Chan School of Public Health, Boston, USA.

La malattia autoimmune si verifica quando il sistema di difesa naturale del corpo attacca erroneamente le cellule normali.
Patologie comuni includono l’artrite reumatoide, la psoriasi e le malattie della tiroide, che aumentano con l’età, in particolare tra le donne.

Gli integratori di acidi grassi Omega-3 hanno ridotto significativamente il tasso di malattia del 18% rispetto a coloro che avevano assunto un placebo (sostanza inerte) e si è verificata un’interazione con il tempo, indicando un effetto più forte con l’assunzione di integratori più a lungo, almeno 2 anni.
Risultati ancora maggiori si sono ottenuti abbinando agli Omega-3 anche 2000 UI di vitamina D, riducendo del 30% le malattie autoimmuni.

I ricercatori affermano che l’importanza clinica di questi risultati è elevata, “dato che si tratta di integratori ben tollerati e non tossici e che non ci sono altre terapie efficaci conosciute per ridurre i tassi di malattie autoimmuni”.

La quantità di olio di pesce utilizzata nello studio (1 g al giorno) si ottiene con 1 capsula di A-M B-Well PGFO oppure 1/5 di cucchiaino da tè di Liquid Gold.

Fonte: British Medical Journal

Gli Omega-3 aumentano il testosterone maschile

Uno studio del 2020, condotto da un gruppo di ricercatori australiani e neozelandesi, ha confermato gli effetti positivi dell’olio di pesce sulla fertilità maschile.

In particolare gli Omega-3 hanno effetti benefici sui livelli di testosterone negli uomini, l’ormone più importante per quanto riguarda la sessualità , ma che influisce anche sulla vitalità , la buona saluteprotegge dalle malattie metaboliche e contribuisce a migliorare l’umore.

La ricerca era inizialmente mirata a verificare l’effetto dell’olio di pesce sui livelli di insulina in persone con problemi di peso ma, analizzando i risultati, gli studiosi si sono accorti che oltre a ridurre i livelli di insulina sia negli uomini che nelle donne, gli integratori avevano un altro effetto: l’aumento dei livelli di testosterone nei soli uomini.
Nelle donne che hanno partecipato allo studio, infatti, i livelli dell’ormone – che è presente anche nelle femmine a livelli minori – sono rimasti inalterati.

Ai partecipanti sono stati somministrati 860 mg di DHA e 120 mg di EPA al giorno, l’equivalente in DHA di 4 capsule di A-M B-Well PGFO oppure 1 cucchiaino da tè di Liquid Gold.

Fonte in inglese: Prostaglandins, Leukotrienes & Essential Fatty Acids

Omega-3 e effetti collaterali. Come evitarli?

I grandi benefici dovuti agli Omega-3 sono ormai noti a tutti, ma esistono possibili effetti collaterali e possono essere evitati?

Problemi allo stomaco
Sebbene la ricerca suggerisca che una piccolissima percentuale di persone (appena circa l’1%) sperimenti disturbi digestivi dopo aver assunto olio di pesce, alcuni riferiscono “ritorni di gusto” durante la digestione.
Per evitare questo tipo di problemi è essenziale assumere un olio di pesce purissimo ad alta digeribilità come A-M B-Well, suddividere la quantità giornaliera ed assumerla subito prima dei pasti principali.

Problemi di coagulazione
Gli Omega-3 hanno un effetto fluidificante sul sangue, simile a quello dell’aspirina, ed aiutano a prevenire l’ipertensione.
Questo significa una minore aggregazione delle piastrine del sangue, facendo diminuire anche il rischio di trombi.
Ma se si soffre di un disturbo della coagulazione o si assumono già farmaci classificati come anticoagulanti, per cautela meglio parlare con il medico prima di assumere integratori di olio di pesce Omega-3, poiché teoricamente si potrebbero sommare gli effetti.

Troppa vitamina A
Alcuni tipi di olio di pesce non raffinati (e tipicamente l’olio di fegato di merluzzo) contengono vitamina A, anche in dosi elevate.
Questa vitamina può essere facilmente assunta con l’alimentazione, in quanto è presente sia in alimenti animali che vegetali.
Pur essendo benefica, la vitamina A si accumula nell’organismo, e se assunta in dosi eccessive può provocare un’intossicazione.
L’olio di pesce A-M B-Well grazie al suo elevatissimo grado di purezza, contiene esclusivamente Omega-3, quindi può essere assunto anche in dosi elevate senza rischi di intossicazioni di nessun tipo

Perossidazione metabolica
Quando introduciamo nel nostro organismo gli Omega 3, questi sfruttano abbondantemente la funzione protettiva della vitamina E, e se questa non viene introdotta proporzionalmente ad essi, aumenta il rischio di “impegnarla tutta” lasciando sprovviste le rimanenti vie metaboliche.
Se nell’organismo non fosse presente vitamina E si rischierebbe di ottenere effetti nocivi dall’assunzione di Omega-3 ( a causa della Perossidazione metabolica), anziché benefici.
L’olio di pesce A-M B-Well contiene 10 UI di vitamina E di origine naturale per ogni grammo.