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Gli Omega-3 potrebbero ridurre la gravità del COVID-19

Già in passato alcuni studi avevano portato alla luce l’esistenza di un’associazione tra l’assunzione di integratori di Omega 3 e alcuni aspetti del COVID-19.

Ad esempio uno studio pubblicato sulla rivista Nutrients  da un gruppo di ricercatori dell’Università di Tor Vergata di Roma e dell’Università di Messina ha rilevato che  l’assunzione di integratori di Omega 3 è associata a minori effetti collaterali dei vaccini.

Invece una ricerca pubblicata sulla rivista Prostaglandins, Leukotrienes and Essential Fatty Acids evidenziava come le persone con elevati livelli di Omega-3 nel sangue potrebbero avere un rischio di morte inferiore per infezione Covid-19

Nuove conferme sono arrivate da uno studio pubblicato il 2 febbraio 2023 sull’American Journal of Clinical Nutrition (AJCN), in cui si riporta che gli acidi grassi Omega-3, in particolare EPA e DHA, potrebbero essere protettivi contro l’infezione da SARS-CoV-2 e contro i relativi esiti gravi della malattia.

«Questi risultati supportano la pratica di aumentare il consumo di integratori di olio di pesce o pesce grasso come potenziale strategia di riduzione del rischio per il COVID-19», ha affermato William Harris della University of South Dakota, autore principale dello studio.
I ricercatori hanno valutato il rischio per test positivo, ricovero e morte per COVID-19 in funzione dei livelli plasmatici di DHA in 110.584 soggetti (con ricovero e decesso) e 26.595 soggetti sottoposti a test (risultato positivo del test PCR COVID-19) inseriti nella UK Biobank.

I livelli di Omega-3 DHA sono stati misurati attraverso spettroscopia di risonanza magnetica nucleare e convertiti in indice Omega-3 per l’analisi.
I soggetti con i livelli più alti di Omega-3 mostravano il 21% di probabilità in meno di risultare positivi rispetto a quelli livelli più bassi di Omega-3.
Inoltre, avevano anche il 26% di probabilità in meno di essere ricoverati in ospedale.

Gli esperti sottolineano che la Corea del Sud e il Giappone hanno segnalato una gravità estremamente bassa della malattia COVID-19 e che i livelli di Omega-3 nel sangue degli individui sani sudcoreani e giapponesi sono all’incirca il doppio rispetto a quelli nelle popolazioni occidentali.

In un editoriale di accompagnamento, Philip Calder della University of Southampton sostiene che si dovrebbe incoraggiare il consumo di più acidi grassi Omega-3 a catena lunga (EPA e DHA) come strategia per ridurre l’impatto dell’attuale pandemia da SARS-CoV-2 e di futuri focolai di infezione da virus respiratorio.

Se la tua alimentazione è carente di Omega-3, con una sola capsula di A-M B-Well Omega-3 ti assicuri ben 600 mg di Omega-3 EPA e DHA ad alta biodisponibilità e certificati da IFOS per purezza, concentrazione, freschezza e radioattività.
Un solo cucchiaino da tè di Liquid Gold apporta invece ben 3000 mg di Omega-3 EPA e DHA.

Omega-3 per combattere la pandemia?

L’effetto antinfiammatorio degli omega-3 è noto da tempo, così come l’effetto anti-trombotico e protettivo nei confronti dei polmoni.

Sulla base di queste proprietà benefiche, i ricercatori stanno cercando di scoprire se potrebbero essere utilizzati per intervenire contro il coronavirus.
 
La Global Organization for EPA and DHA (GOED) ha dichiarato di essere a conoscenza di 13 studi clinici attualmente in corso che studiano l’uso di olio di pesce contenete gli omega-3 EPA e DHA per trattare il COVID-19. Vediamo quali sono:

  1. Una promettente formulazione a base di olio di pesce è in fase di sviluppo in collaborazione tra KD Pharma e SLA Pharma.
    In uno studio condotto dalle due aziende, vengono somministrate capsule a pazienti che hanno contratto il coronavirus, con l’obiettivo di minimizzare i sintomi per ridurre il rischio di complicazioni che progrediscono verso esiti gravi come la necessità di ventilazione artificiale.
  2. L’azienda biotecnologica norvegese Hofseth BioCare , nel frattempo, è passata agli studi clinici di fase 2 per valutare la capacità del suo prodotto ad alto contenuto di omega-3 di ridurre la sindrome da distress respiratorio acuto (ARDS) correlata a COVID-19. Il trattamento si concentra su ex fumatori e pazienti con asma resistente agli steroidi che mostrano lesioni polmonari causate da COVID-19.
  3. Kerecis, produttore di prodotti per la cura delle ferite con Omega-3, e il National Hospital of Iceland stanno collaborando per sondare l’efficacia del sistema Omega3 Viruxide di Kerecis sui pazienti COVID-19. I medici in Italia stanno già utilizzando il prodotto in modo off-label, spruzzandolo nelle cavità orali e nasali di pazienti che si ritiene abbiano un esordio precoce COVID-19.
  4. Pharmavite, con sede in California, prevede di fornire integratori alla Icahn School of Medicine del Mount Sinai di New York per determinare se gli omega-3 EPA e DHA hanno un effetto sulla perdita del senso dell’olfatto nei pazienti COVID-19.
  5. Lo studio MITIGATE COVID-19 di Amarin e Kaiser Permanente sta studiando gli effetti di un prodotto ad alto contenuto di omega-3 EPA su COVID-19 e altre morbilità e mortalità correlate a infezioni virali delle vie respiratorie superiori (URI) in un gruppo ad alto rischio di adulti affetti da malattia cardiovascolare aterosclerotica (ASCVD).
  6. Amarin sta anche conducendo una sperimentazione sostenuta dal Canadian Medical and Surgical Knowledge Translation Research Group sugli effetti di dosi due volte al giorno dello stesso prodotto ad alto contenuto di omega-3 EPA sui marcatori infiammatori chiave nei pazienti COVID-19.
  7. I test dell’Università di Harvard, dell’Istituto Cardiovascolare di Rosario e degli studi clinici latino-americani dell’Argentina hanno lo scopo di esaminare se otto grammi al giorno di omega-3 EPA ridurranno il rischio di COVID-19 del 30% in 1.500 operatori sanitari argentini nell’ambito del programma di sperimentazione PREPARE-IT.
  8. In Giordania, l’Università privata di scienze applicate del paese sta testando se 300 mg al giorno di EPA e DHA somministrati a soggetti non infetti per due mesi influenzeranno significativamente i livelli di interleuchina (la sostanza che negli infetti da COVID-19 porta all’insorgere di una “tempesta infiammatoria” che si traduce in un pericolosa polmonite interstiziale).rispetto al gruppo di controllo.
  9. Allo stesso tempo, la Sabzevar University of Medical Sciences in Iran sta esaminando se la supplementazione di omega-3 migliora i marcatori infiammatori e biochimici su pazienti critici COVID-19.
  10. Ciò avviene mentre la King Saud University in Arabia Saudita indaga sugli effetti sulla malattia di un supplemento prodotto da Abbott, ad alto contenuto di omega-3 EPA.
  11. Nel nord-est del Brasile, la Bahia State University sta studiando gli effetti di un integratore giornaliero con L-arginina, nucleotidi e omega-3 sulla risposta infiammatoria dei pazienti COVID-19.
  12. Gli scienziati dell’ospedale universitario svedese Karolinska stanno esaminando se l’integrazione con l’emulsione di olio di pesce ad alto contenuto di omega-3 per via endovenosa possa risolvere le tempeste infiammatorie nei pazienti.
  13. In Spagna, i ricercatori dell’Università Vall Hebron di Barcellona stanno cercando di scoprire se l’olio di pesce per via parenterale è efficace nel ridurre l’insufficienza epatica nei pazienti COVID-19.

Segnaliamo infine che secondo l’articolo “Il potenziale effetto benefico della supplementazione di EPA e DHA nella gestione della tempesta di citochine nella malattia di coronavirus”, pubblicato il 19 giugno 2020, sulla rivista Frontiers in Physiology, gli omega-3 EPA e DHA influenzano i percorsi biologici che “possono avere influenza nell’esito del COVID-19”.

Gli studi clinici sono ancora in corso e non è possibile affermare che gli omega-3 siano un’arma contro il coronavirus , ma tutto questo è sicuramente molto promettente per la lotta contro il COVID-19 .