L’obesità, o anche malattia del benessere, è un serio problema diffuso fra le popolazioni delle diverse nazionalità, e si manifesta in tutte le fasce d’età.
Essa può dipendere da una cattiva alimentazione, ma una dieta scorretta non è l’unico fattore che la provoca.
Tuttavia, risulta complesso il percorso risolutivo.
L’effetto che gli omega 3 hanno sulla trigliceridemia e i loro potenziali effetti sulla massa adiposa sono mediati da proprietà nutrigenomiche; cioè dalla capacità degli acidi grassi di penetrare a livello del nucleo cellulare e modularne l’espressione genica. In breve specifici ligandi (in nutrigenomica molecole assunte con la dieta come gli omega 3), penetrano nei nuclei delle cellule di vari tessuti e attivano o inibiscono dei recettori nucleari che, a loro volta, incrementano o riducono l’espressione di specifici geni.
La massa del tessuto adiposo bianco può crescere sia per ipertrofia, ovvero per aumento del volume delle cellule, sia per incremento del numero delle cellule adipose. È stato, in parte, dimostrato che gli omega 3 riescono ad inibire la proliferazione cellulare.
Tuttavia risultano ancora non definibili le modalità in cui gli acidi grassi determinerebbero effetti antiproliferativi.
Inoltre, analisi e test hanno evidenziato gli effetti della “supplementazione” con omega 3 in associazione a un regime dietetico ipocalorico e all’esercizio fisico.
Dai dati emersi si è evinta una determinante perdita di peso e una riduzione della circonferenza dei fianchi dei soggetti cui sono stati somministrati gli omega 3.
Fonte: Il Sole 24 Ore del 19.02.2010