Archivi categoria: obesità

Dimagrisci con gli Omega-3

dimagrireUn numero crescente di studi scientifici mostra come gli Omega-3 siano un valido aiuto per perdere peso e contrastare l’obesità.
Vedi un recente articolo su Il Sole 24 Ore

Un nuovo studio dell’Università di São Paulo ha scoperto che l’assunzione di supplementi di olio di pesce inverte gli effetti negativi sulla salute di una alimentazione ricca di grassi.
Per quattro settimane i ricercatori hanno alimentato due gruppi di cavie con una alimentazione ad alto contenuto di grassi, inserendo nella dieta del gruppo di prova dell’olio di pesce.
Al termine della procedura il team ha analizzato la resistenza all’insulina ed i depositi di grasso, e ha scoperto che le alterazioni metaboliche negative erano assenti nelle cavie che avevano ricevuto supplementi di olio di pesce.

Studi precedenti avevano già mostrato come l’assunzione di Omega-3 porti a una diminuzione del grasso che si deposita a livello dell’addome, intorno agli organi interni.
Nel corso delle ricerche è stato ipotizzato che promuovendo una riduzione dei trigliceridi in circolazione, l’aumento dei livelli di Omega-3 porti a un minor accumulo di grasso nelle cellule.

Un altro beneficio degli Omega-3 sembra essere l’aumento della massa magra, grazie al loro effetto vasodilatatorio che permette ai muscoli di utilizzare più nutrienti, rendendoli meno disponibili per la produzione del grasso.

Infine alcuni studi suggeriscono anche che una dose di Omega-3 riduca la sensazione di fame al termine dei pasti.

Fonte in italiano:
Il Sole 24 Ore

Fonti in inglese:
The Journal of Physiology
University of Liverpool
U.S. National Library of Medicine

Gli Omega-3 spengono la produzione di grasso

Gli studi degrasso_omega3gli ultimi 20 anni mostrano il modo con cui i grassi Omega-3 possono aiutare alla prevenzione dell’accumulo di grasso corporeo:
– “Spegnendo” i geni che producono grasso; – Abbassando l’insulina;
– Prevenendo la creazione da parte degli omega-6 degl i eicosanoidi che aumentano la produzione di grasso;
– Abbassando la leptina, un ormone che, quando è ad un basso livello, permette di bruciare i grassi più rapidamente;
– Aumentando la quantità di grassi “bruciati” nella regione addominale del corpo.

Una recente revisione di ben 108 studi precedenti ha confermato che è necessario aumentare la quantità di Omega-3 (e diminuire quello di Omega-6) nell’alimentazione occidentale.

Il rapporto tra Omega-6 e Omega-3 è infatti da considerarsi come uno dei fattori più importanti nella prevenzione dell’obesità.

Fonte in inglese: Nutrients 2016, volume 8

Vuoi dimagrire con gli Omega-3?

diamgrire omega-3Da molti studi scientifici è emersa una determinante perdita di peso e una riduzione della circonferenza dei fianchi dei soggetti cui sono stati somministrati gli omega-3, in associazione a un regime dietetico ipocalorico e all’esercizio fisico.

I preziosi acidi grassi essenziali omega-3 ci fanno dimagrire perché:

1. stimolano l’utilizzo dei grassi di deposito

2. regolano l’insulina, ormone che se in eccesso provoca l’ingrassamento

3. riducono l’infiammazione cellulare nel tessuto adiposo, in modo che le cellule adipose non vengano stimolate a proliferare

4. riducono la sensazione della fame.

Per ottenere questi effetti dimagranti dagli omega-3 il famoso biochimico americano Barry Sears consiglia di assumere quotidianamente almeno 5 grammi di un integratore ad alta purezza e certificazione certificato Ifos (equivalenti ad 8 capsule di omega-3 PGFO A-M B-Well oppure 1 cucchiaio da tavola da 8 ml. di Liquid Gold).

Come esempio nei suoi libri Sears porta il caso del messicano Manuel Uribe, entrato nel Guinness dei primati nel 2006 come l’uomo più pesante del mondo.

Grazie alla dieta a zona inventata da Sears e 20 grammi al giorno di omega-3 Manuel Uribe è riuscito a dimagrire e a non essere più soggetto ad attacchi di fame.

Nel 2011 Manuel Uribe e sceso fino ad un peso di 196 kg perdendo cosi oltre 360 kg in circa 5 anni.

 

>> Post più visto:
Gli integratori di Omega-3 fanno male?

Gli Omega-3 ti aiutano a dimagrire

L’obesità, o anche malattia del benessere, è un serio problema diffuso fra le popolazioni delle diverse nazionalità, e si manifesta in tutte le fasce d’età.
Essa può dipendere da una cattiva alimentazione, ma una dieta scorretta non è l’unico fattore che la provoca.
Tuttavia, risulta complesso il percorso risolutivo.
L’effetto che gli omega 3 hanno sulla trigliceridemia e i loro potenziali effetti sulla massa adiposa sono mediati da proprietà nutrigenomiche; cioè dalla capacità degli acidi grassi di penetrare a livello del nucleo cellulare e modularne l’espressione genica. In breve specifici ligandi (in nutrigenomica molecole assunte con la dieta come gli omega 3), penetrano nei nuclei delle cellule di vari tessuti e attivano o inibiscono dei recettori nucleari che, a loro volta, incrementano o riducono l’espressione di specifici geni.
La massa del tessuto adiposo bianco può crescere sia per ipertrofia, ovvero per aumento del volume delle cellule, sia per incremento del numero delle cellule adipose. È stato, in parte, dimostrato che gli omega 3 riescono ad inibire la proliferazione cellulare.
Tuttavia risultano ancora non definibili le modalità in cui gli acidi grassi determinerebbero effetti antiproliferativi.
Inoltre, analisi e test hanno evidenziato gli effetti della “supplementazione” con omega 3 in associazione a un regime dietetico ipocalorico e all’esercizio fisico.
Dai dati emersi si è evinta una determinante perdita di peso e una riduzione della circonferenza dei fianchi dei soggetti cui sono stati somministrati gli omega 3.

 

Fonte: Il Sole 24 Ore del 19.02.2010

 

>> Post più visto:
Gli integratori di Omega-3 fanno male?

Rischi obesita’ e diabete se assumi pochi Omega-3

Uno squilibrio tra grassi omega-3 e omega-6 sarebbe alla base di obesità e diabete.
E’ quanto afferma uno studio francese, che punta l’indice sullo squilibrio lipidico di acidi grassi omega-3 e omega-6 nel sangue per spiegare per quale motivo nel mondo occidentale insorgono questo tipo di problemi.
Ti traduco la parte essenziale dello studio (che puoi leggere integralmente sul sito dell’ Istituto Francese CNRS (Centro Nazionale di Ricerca Scientifica) cliccando QUI.

Negli ultimi quaranta anni c’è stato un aumento costante dei casi di obesità nelle società occidentali.
Nello stesso periodo l’alimentazione nei paesi industrializzati ha registrato un aumento quantitativo di calorie, alti livelli di omega-6 (che si trovano principalmente nel mais, consumato in grandi quantità dagli animali d’allevamento mangiati dagli esseri umani) e bassi livelli di omega-3 (presenti soprattutto in pesci grassi come il salmone, sardine e sgombri ).
La quantità di omega-6 consumati durante gli ultimi quarant’anni è aumentata del 250% mentre quella di omega-3 è scesa del 40%, così da squilibrare il rapporto omega-6/omega-3 rispetto alle quantità raccomandate.
Mentre il Centro Francese per la Sicurezza Alimentare (AFSSA) raccomanda un rapporto omega-6/omega-3 di 5 /1, il consumo effettivo in Francia è di 15 omega-6 per 1 omega-3.
Negli Stati Uniti, questo rapporto può anche raggiungere i 40 omega-6 per 1 omega-3.
Per eseguire i loro esperimenti, i ricercatori hanno esposto quattro generazioni di cavie a una dieta di tipo occidentale, caratterizzata da questi stessi rapporti omega-6/omega-3.
Come risultato, le cavie hanno visto un graduale aumento della massa grassa per molte generazioni.
Hanno anche osservato l’insorgenza di malattie metaboliche come l’insulino-resistenza, che è il primo passo nello sviluppo del diabete di tipo 2, ed una stimolazione dei geni infiammatori coinvolti nell’obesità.
Così, in una popolazione animale geneticamente stabile, l’esposizione a una dieta povera di omega-3 simile a quella dei paesi sviluppati è stata sufficiente a causare la comparsa di obesità transgenerazionale, in linea con i dati raccolti negli esseri umani.
Il ruolo benefico degli acidi grassi essenziali polinsaturi è ben noto ma quando la loro assunzione è squilibrata (molti omega-6 e pochi omega-3), possono aumentare i fattori che inducono obesità e gravi effetti a lungo termine sulla salute umana.

Per evitare questi problemi la soluzione è di inserire una quantità maggiore di omega-3 nella propria alimentazione, e quando questo non fosse possibile ricorrere agli integratori di omega-3.

 

>> Post più visto:
Gli integratori di Omega-3 fanno male?

Obesi e depressi non mangiano pesce

Obesi e depressi non mangiano pesce: lo rileva una ricerca fatta da un’equipe medica su 800 pazienti in sovrappeso e presentata a Rimini.

Secondo l’indagine illustrata dal dott. Vercilli, il 96,4% del campione ha dichiarato di non mangiare mai o quasi mai pesce a cena (a pranzo il consumo e’ ridottissimo); il 3,6% lo mangia 3-4 volte la settimana, nessuno sempre o quasi sempre.

Ad aiutare a combattere la depressione c’e’ il pesce azzurro grazie alla presenza dei grassi polinsaturi ‘Omega 3’.

Fonte: ANSA (07/12/2003)

>> Post più visto:
Gli integratori di Omega-3 fanno male?