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Quanti Omega-3 occorrono ai bambini?

Che gli Omega-3 siano importanti per lo sviluppo del cervello di bambini e adolescenti è un fatto assodato da numerosi studi scientifici, ma esiste una dose minima sotto alla quale non si hanno benefici?

In una nuova revisione della letteratura scientifica, pubblicata su Nutrients, sono stati analizzati 33 studi precedenti per cercare di stabilire la quantità minima di Omega-3 necessaria per avere dei benefici.
Sebbene siano necessarie ulteriori ricerche, lo studio ha evidenziato che non solo esiste un beneficio cognitivo nell’integrazione di Omega-3 nei bambini, ma che il beneficio dipende da un’assunzione minima di EPA e DHA.

I ricercatori hanno identificato 33 studi da includere nella loro revisione, che erano tutti studi cognitivi randomizzati controllati con placebo con partecipanti di età compresa tra 4 e 25 anni che ricevevano integratori di omega-3 EPA e / o DHA.
Di questi, 21 studi hanno seguito partecipanti in via di sviluppo tipico, mentre gli altri 12 hanno seguito partecipanti con un disturbo, come il disturbo da deficit di attenzione e iperattività (ADHD).

Un effetto positivo sulle misure cognitive è stato riscontrato quando gli studi hanno riportato che il livello di Omega-3 nelle membrane dei globuli rossi, espresso come percentuale degli acidi grassi totali, raggiungeva almeno il 6%.

“Sembra probabile che per mostrare gli effetti positivi della supplementazione di Omega-3 dovrebbe essere raggiunto un livello sufficiente di EPA e DHA nel corpo”, hanno scritto i ricercatori. “

La maggioranza degli studi ha rilevato che una dose giornaliera di almeno 450 mg di DHA e EPA ha mostrato miglioramenti cognitivi nei bambini in via di sviluppo.

Per ottenere la dose raccomandata di almeno 450 mg di DHA e EPA è sufficiente assumere 1 capsula di A-M B-Well PGFO (anche svuotandola in qualche cibo, purchè non caldo) oppure poche gocce di Liquid Gold (1/4 di un cucchiaino da tè).

Piu’ Omega-3, Meno Allergie

Omega-3 AllergieStudi precedenti avevano già mostrato come una integrazione di Omega-3 agisce efficacemente nel ridurre l’eccessiva risposta del sistema immunitario e la sua attivazione anche nei confronti di stimoli innocui (come ad esempio polvere, pollini, peli di animali, ecc.).

Un’analisi dell’Imperial College di Londra su 400 studi, che hanno coinvolto in totale un milione e mezzo di persone, ha mostrato come un’integrazione di Omega-3 alle gestanti dalla 20esima settimana di gravidanza e nei primi 3 o 4 mesi di allattamento può ridurre il rischio di sensibilizzazione agli allergeni alimentari.
Ad esempio riducono sensibilmente (del 30%) il rischio di allergia alle uova, molto diffusa nella prima infanzia.
In particolare, le donne prese in considerazione (circa 15mila) assumevano ogni giorno una capsula contenente olio di pesce ad alta concentrazione di Omega-3.

Al contrario, scrivono gli autori nell’indagine pubblicata su PLOS Medicine (e finanziata dalla Food Standards Agency, l’ente governativo inglese responsabile della sicurezza alimentare), evitare in gravidanza cibi potenzialmente allergenici – come nocciole, latte e derivati, uova – non incide minimamente sul rischio del bebè di sviluppare allergie o dermatite atopica.

Fonte in italiano: Corriere della Sera
Fonte in inglese: PLOS Medicine

Omega-3: bambini più intelligenti e sonno migliore

I bambini che mangiano il pesce almeno una volta a settimana dormono meglio ed hanno un quoziente di intelligenza più alto.
A sostenerlo è uno studio condotto dall’Università della Pennsylvania e pubblicato su Scientific Reports.

Già altri studi avevano dimostrato che gli Omega-3 contenuti nel pesce possono migliorare l’intelligenza e il sonno, due aspetti tra loro strettamente collegati perché si è visto che un buon rapporto con Morfeo migliora il quoziente di intelligenza.

Ma in questo studio per la prima volta i tre elementi – acidi grassi Omega-3 del pesce, qualità del sonno e quoziente di intelligenza – sono stati messi in relazione tra loro. Per lo studio, i ricercatori hanno chiesto a 541 bambini di età compresa tra i 9 e gli 11 anni di compilare dei questionari per sapere quanto pesce hanno mangiato e quindi misurare il loro QI (Quoziente di Intelligenza).
Ai loro genitori sono state poi chieste delle informazioni sulla qualità del loro sonno.
I ricercatori hanno scoperto che i bambini che hanno dichiarato di mangiare pesce ogni settimana hanno ottenuto un punteggio di 4,8 punti più alto negli esami del QI rispetto a quelli che hanno affermato di averlo consumato raramente o mai. Chi, invece, lo consuma solo sporadicamente ha ottenuto 3,3 punti in più.
Inoltre, l’aumento del consumo di pesce è stato associato a un minor numero di disturbi del sonno.

Agli Omega-3, in base soprattutto a studi sperimentali, è stata attribuita un’azione positiva sulle funzioni cognitive innanzitutto in base al fatto che essi sono indispensabili per la corretta crescita e lo sviluppo del tessuto nervoso. Infatti, erano già noti gli effetti positivi del consumo di pesce in gravidanza e nella prima infanzia sulle abilità verbali, visuali e motorie nei bambini.

Fonte in italiano: La Repubblica
Fonte in inglese: Scientific Reports

Gli Omega-3 migliorano l’attenzione dei bambini

L’ADHD è un disturbo del comportamento molto diffuso in bambini e ragazzi, ed è caratterizzato da difficoltà di attenzione, di concentrazione e di controllo dell’aggressivita‘.

Spesso viene trattato con farmaci, ma diversi studi hanno dimostrato che gli Omega-3, probabilmente influenzando le cellule cerebrali, aiutano a migliorare i sintomi.

Una nuova ricerca dell’Universita’ olandese di Utrecht e’ stata appena pubblicata sulla rivista Neuropsychopharmacology.

Sono stati studiati gli effetti di una supplementazione quotidiana con 650 mg di Omega-3 DHA e 650 mg di Omega-3 EPA per 16 settimane su dei ragazzi sia affetti da ADHD che senza disturbi comportamentali.

Anche attraverso la tomografia a risonanza magnetica, sono stati rilevati miglioramenti nell’attenzione in entrambi i gruppi, quindi anche nei ragazzi senza alcun deficit comportamentale.

I ricercatori non sono ancora riusciti a stabilire come gli Omega-3 aiutino a combattere questi disturbi comportamentali, ma il dr. Bos – l’autore principale dello studio –  ha osservato che gli Omega-3 sono una componente importante del cervello. Questi acidi grassi infatti sono abbondantemente presenti nelle membrane cellulari cerebrali, dove facilitano la trasmissione dei segnali neurali.

Per i bambini, ancora di piu’ che per gli adulti, e’ importante scegliere un integratore di Grado Farmaceutico, garantito per purezza, freschezza e concentrazione come quelli prodotti da A-M B-Well.

 

Riferimenti in inglese:
Reduced Symptoms of Inattention after Dietary Omega-3 Fatty Acid Supplementation in Boys with and without Attention Deficit/Hyperactivity Disorder.

 

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Omega-3 per il quoziente intelettivo dei bambini

omega3-bambiniGli Omega-3 possono aiutarci a mantenere i nostri bambini concentrati e vigili durante la giornata scolastica, ed aiutarli a ricordare meglio le nozioni appena imparate.

Integrare l’alimentazione dei bambini con olio di pesce, ricco di Omega-3, aiuta infatti a potenziare il loro quoziente intellettivo (QI), come dimostra una meta-analisi pubblicata dai ricercatori della New York University.

Il team di ricercatori ha valutato l’effetto di supplementi tradizionali raccomandati alle donne in gravidanza, alle neo mamme e ai loro bambini.

Mentre ferro e vitamina B1 sono risultati inefficaci, gli Omega-3 EPA e DHA hanno portato un miglioramento del quoziente intellettivo (QI) dei bambini di ben 3,5 punti.  

La spiegazione dei ricercatori è che gli Omega-3 forniscono la materia prima, che l’organismo non è in grado di produrre da solo, indispensabile per le cellule nervose.

Liquid Gold, l’olio di pesce ultrapurificato ad alta concentrazione aromatizzato agli agrumi certificato Ifos, e’ l’ideale per coloro che hanno difficoltà di deglutire le capsule, come i bambini. Ed e’ anche conveniente: ogni flacone, a parita’ di prezzo con PGFO capsule, contiene il 30% di olio di pesce in piu’.

Fonte: Perspectives on Psychological Science

 

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Gli Omega-3 fanno bene al cervello fin da bambini

Gli Omega-3 fanno bene al cervello dei bambini fin dai primissimi anni di età.

Lo ha recentemente dimostrato uno studio del North Carolina Research Campus pubblicato dall’American Journal of Clinical Nutrition.

I ricercatori hanno confrontato in un campione di bambini tra sette e nove anni il tasso di omega-6, acidi grassi tipici della carne e degli oli vegetali, con quello di omega-3.

”I bambini che mangiavano troppi omega-6 avevano una più bassa velocità di elaborazione dei dati della memoria – spiegano gli autori – e più difficoltà nel risolvere i problemi di programmazione rispetto a quelli che assumevano invece quantità maggiori di omega-3 ”.

Fonte in inglese: North Carolina Research Campus

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Gli omega-3 aumentano le capacita’ mentali

UE omega-3Gli omega-3 sono estremamente importanti anche per chi deve ancora nascere.

Nel 2010 un comitato sostenuto dall’Unione Europea appoggiato anche da sette organizzazioni scientifiche internazionali, aveva raccomandato l’assunzione di 200 milligrammi al giorno di omega-3 di tipo DHA. L’assunzione di DHA era stata associata allo sviluppo del cervello e degli occhi.

Clicca qui per leggere il comunicato originale dell’Unione Europea:
http://www.oliodipesce.it/unione-europea-gravidanza-omega-3.html

I risultati di un nuovo studio, pubblicati sull’American Journal of Clinical Nutrition, dimostrano che i bambini nati da donne che avevano consumato più omega-3 durante la gravidanza riportano migliori risultati nei test di intelligenza verbale, delle abilità motorie sottili e del comportamento prosociale.

I risultati sono frutto del progetto NUTRIMENTHE (“Effect on diet on the mental performance of children”), sostenuto dall’Unione Europea con un contributo di 5,9 milioni di euro. Il pesce grasso è la fonte principale degli acidi grassi omega-3 a catena lunga come l’acido decosaesaenoico (DHA), un componente strutturale chiave delle cellule e in particolare delle membrane cellulari del cervello.

La Commissione europea sostiene ufficialmente che l’acido grasso omega-3 DHA “contribuisce al normale sviluppo cerebrale del feto e dei neonati allattati al seno e al normale sviluppo degli occhi del feto e dei neonati allattati al seno“.

Lo studio ha coinvolto oltre 2 000 donne alla ventesima settimana di gestazione. Il team ha somministrato acidi grassi omega-3 al bambino attraverso il trasferimento placentare per mezzo del cordone ombelicale.

In uno studio precedente i ricercatori avevano scoperto che l’assunzione di omega-3 durante la gravidanza è associato al quoziente di intelligenza (QI) verbale all’età di 8 anni.

Fonte: Unione Europea

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Gli Omega-3 raccomandati per i bambini

Un interessante articolo relativo alle cure alternative per i bambini è stato pubblicato sul New York Times.
Nell’articolo viene esaminato un recente studio del Governo americano, secondo il quale un bambino su nove “pratica yoga, va da un chiropratico, prende un integratore come l’olio di pesce o usa qualche altro tipo di cura alternativa”.

Mentre vengono discusse diverse cure alternative per bambini, alla fine viene riportata una interessante considerazione sull’olio di pesce della Dott.ssa Kathi Kemper, capo della sezione per la medicina integrativa e complementare dell’American Academy of Pediatrics e professore di Pediatria alla Wake Forest University:
“Ho chiesto agli psichiatri se utilizzano l’olio di pesce e sembra che venga raccomandato dall’80 per cento degli psichiatri, e lo stesso fanno i cardiologi”.

Perché l’olio di pesce è così importante per i bambini?
Forse perchè, come dimostrato da numerosi studi, gli Omega-3 migliorano le prestazioni scolastiche, la memoria verbale e le capacità ortografiche, ed è più efficace dei medicinali sull’ADHD (Sindrome da deficit di attenzione e iperattività).

 

Link dell’articolo citato (in inglese): New York Times

 

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Bambini più attenti a scuola con gli omega-3

Molti sono i bambini colpiti dalla sindrome di iperattività con deficit di attenzione, conosciuta clinicamente come Adhd.
Purtroppo questa malattia, nella stragrande maggioranza dei casi, viene confusa con la vivacità. In effetti si tratta di una reale patologia, che compromette la natura dei rapporti interpersonali dei bambini sia nella modalità di relazione con i familiari sia con i propri coetanei. L’unica terapia conosciuta fino ad ora è quella farmacologica, ovvero, la somministrazione di psicofarmaci vita natural durante.
Nei soggetti affetti da questa sindrome è stata riscontrata una carenza di omega 3. Medici ed esperti hanno percorso la via sperimentale della prescrizione di farmaci a base di omega 3. Questa soluzione ha portato a risultati incoraggianti. Ciò non significa aver risolto il problema dell’Adhd, ma sicuramente aver offerto un ulteriore strumento per la gestione di questo disturbo. L’assunzione di acidi grassi viene raccomandata dalla Unione Europea (clicca qui per la fonte in inglese) e dalle più autorevoli associazioni pediatriche e di nutrizione clinica a livello mondiale, nel dosaggio quotidiano di almeno 200 milligrammi di Dha; queste quantità si possono ricavare da un paio di assunzioni di pesce la settimana.
Se non si consuma pesce a sufficienza, è necessario fare ricorso ad integratori.
L’acido docosaesaenoico Dha, inoltre, viene considerato un substrato essenziale da assumere durante la gravidanza e l’allattamento per garantire un ottimale esito della gestazione e dello sviluppo del bambino.

 

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Comitato dell’Unione Europea raccomanda l’assunzione di integratori di omega-3 durante la gravidanza

I bambini presentano più facilmente un peso alla nascita nella norma e le probabilità di parto prematuro diminuiscono

Le donne in gravidanza dovrebbero assumere ogni giorno un integratore di acidi omega-3, secondo quanto raccomandato da un comitato di consenso sostenuto dall’UE. L’integratore aumenterebbe le probabilità di avere un figlio sano e potenzierebbe lo sviluppo del bambino.

Il comitato, composto da oltre 50 esperti nutrizionisti coinvolti nei progetti «Perinatal Lipid Nutrition Group» (PeriLip) e «Early Nutrition Programming» (EARNEST), finanziati dall’UE, afferma di avere scoperto che integrando la dieta con DHA le gravidanze sono più sane, i bambini presentano più facilmente un peso alla nascita nella norma e le probabilità di parto prematuro diminuiscono.

Secondo la raccomandazione, appoggiata anche da sette organizzazioni scientifiche internazionali, le madri in attesa e quelle che allattano dovrebbero assumere 200 milligrammi al giorno di un tipo di acido grasso della serie omega-3 chiamato acido docoesaenoico (DHA), contenuto nel pesce grasso come il salmone e lo sgombro. L’assunzione di DHA è stata associata allo sviluppo del cervello e degli occhi.

«Sulla base di analisi sistematiche delle prove disponibili, questo gruppo di esperti internazionali, sostenuto dall’UE, è giunto all’unanime conclusione che le donne dovrebbero assumere regolarmente l’acido grasso DHA durante la gravidanza e il periodo di allattamento, in quanto questo acido ha un’enorme importanza per la salute del bambino», ha riferito al Notiziario CORDIS il professor Berthold Koletzko, dell’ospedale pediatrico presso l’Università di Monaco (Germania).

Il comitato ha tuttavia riscontrato che le diete delle madri occidentali tendono ad essere povere di cibi che possono fornire la dose necessaria. Gli esperti sostengono che questo può essere dovuto al limitato grado di consapevolezza sul ruolo svolto dagli omega nello sviluppo del neonato.

Gli integratori DHA sembrano avere un impatto su varie affezioni e patologie. Prove recenti suggeriscono che essi possono alleviare i sintomi di disturbi quali la schizofrenia, la depressione, la dislessia e l’Alzheimer.

La Food Standards Agency informa che, per le donne in gravidanza e per le donne che allattano, è generalmente prudente il consumo settimanale di due porzioni di pesce grasso di mare, necessarie per assumere la quantità raccomandata di DHA.

L’Agenzia informa inoltre che il DHA può essere assunto anche sotto altre forme, fra cui gli integratori.

Fonte: © CORDIS.EUROPA.eu Servizio Comunitario di Informazione in materia di Ricerca e Sviluppo

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