Archivi tag: ictus

Gli Omega-3 riducono del 17% il rischio di ictus

Omega-3: alleati contro l’ictus
Omega-3: alleati contro l’ictus

Uno studio internazionale con oltre 180.000 partecipanti ha dimostrato che gli omega-3 possono proteggere dal rischio di ictus, la 3° causa di morte nonché la principale causa di invalidità permanente e/o disabilità nei paesi industrializzati.

Secondo la World Stroke Organization, un adulto su quattro subirà un ictus nel corso della propria vita, con un aumento dell’incidenza del 50% negli ultimi 20 anni e la seconda causa di morte a livello mondiale dopo le malattie cardiache.

Lo studio

Lo studio, pubblicato sulla rivista Stroke, ha anche smentito il timore che gli omega-3 possano favorire le emorragie cerebrali grazie al loro effetto fluidificante sul sangue.

Gli autori dello studio, tra cui il dottor William Harris, presidente del Fatty Acid Research Institute, hanno analizzato i livelli di omega-3 nel sangue e nei tessuti dei partecipanti, più di 183.000 soggetti provenienti da 15 paesi diversi, tra cui l’Italia.

Hanno scoperto che chi aveva i livelli più alti di omega-3 aveva il 17% in meno di probabilità di avere un ictus rispetto a chi ne aveva di meno.

Questo valeva sia per l’ictus ischemico, causato da un’ostruzione dei vasi sanguigni che irrora il cervello, che per l’ictus emorragico, causato da una rottura dei vasi sanguigni.

La parola agli scienziati autori della ricerca

Il dottor Harris ha spiegato che gli omega-3 potrebbero prevenire l’ictus rendendo il sangue più fluido, come fa l’aspirina, e riducendo l’infiammazione e i grassi nel sangue.

“Questi risultati sono estremamente entusiasmanti perché l’ictus è un evento devastante, che cambia drasticamente il percorso della vita delle persone, quindi trovare modi nutrizionali per ridurre il rischio di ictus che non richiedano farmaci è un’informazione importante e utile”, ha aggiunto.
“L’aumento dei livelli di omega-3 può essere ottenuto semplicemente mangiando più pesce ricco di omega-3 e/o assumendo integratori di omega-3”, ha spiegato il dottor Harris.
Il dottor Harry Rice, vicepresidente dell’Organizzazione globale per gli Omega-3 EPA e DHA, ha commentato che lo studio era molto solido e confermava i benefici degli omega-3 per la salute cardiovascolare. Ha aggiunto che era importante assumere abbastanza omega-3 nella dieta, sia mangiando pesce che prendendo integratori.

I punti essenziali

Livelli più alti di Omega-3 nel sangue significa un rischio minore del 17% di avere un ictus.
Gli omega-3 rendono il sangue più fluido, come fa l’aspirina, e riducono l’infiammazione e i grassi nel sangue.


Se la tua alimentazione è carente di Omega-3, con una sola capsula di A-M B-Well Omega-3 ti assicuri ben 600 mg di Omega-3 EPA e DHA ad alta biodisponibilità e certificati da IFOS per purezza, concentrazione, freschezza e radioattività.
Un solo cucchiaino da tè di Liquid Gold apporta invece ben 3000 mg di Omega-3 EPA e DHA.
Se volessi provare ad ottenere quella quantità solo dal cibo, finiresti per mangiare un pesce (intero) al giorno.

Con Quanto Olio di Pesce Riduci il Rischio di Infarto del 50%?

Il prestigioso New England Journal of Medicine ha pubblicato due importanti studi indipendenti su larga scala che confermano gli effetti benefici degli Omega-3 di origine marina nella prevenzione dell’infarto e altri gravi eventi cardiovascolari.

Negli studi, presentati all’American Heart Association Scientific Sessions 2018, sono stati coinvolti oltre 33 mila persone.

Nella prima ricerca, denominata VITAL, sono stati controllati gli effetti degli Omega-3 negli uomini sopra i 50 e nelle donne sopra i 55 anni senza malattie cardiovascolari.
Il trattamento ha previsto l’assunzione quotidiana di 1 g di olio di pesce ad alta concentrazione e purezza  per circa 5 anni.
I risultati mostrano come l’integrazione con Omega 3 riduce del 28% il rischio di infarto del miocardio, del 50% il rischio di infarti fatali e del 17% il rischio di coronaropatie.

Il secondo studio (REDUCE-IT) ha invece evidenziato che, nei pazienti con trigliceridi alti, assumere Omega 3 riduce del 31% il rischio di infarto del miocardio, del 28% il rischio di ictus, del 20% il rischio di morire per cause cardiovascolari e del 13% la mortalità totale.

La Dott.ssa JoAnn E. Manson, autrice dello studio VITAL, ha affermato che “a trarre maggiori benefici dagli integratori di Omega 3 è stato chi mangiava poco pesce. Pensiamo che sia ragionevole parlare con il proprio medico della possibilità di assumere questi integratori”.

Basta quindi anche un solo grammo di olio di pesce ad alta concentrazione e purezza (equivalente ad 1 capsula di A-M B-Well PGFO oppure 1 ml di Liquid Gold) al giorno per ottenere i benefici descritti negli studi.

Acquistalo su www.oliodipesce.com

Fonti in inglese:
Studio VITAL 
Studio REDUCE-IT

Riduci il tuo rischio di ictus e infarto del 51%

Secondo un nuovo studio pubblicato sul Journal of American Heart Association, gli Omega-3 acido eicosapentaenoico (EPA) e acido docosaesaenoico (DHA) sono risultati significativamente associati ad una ridotta incidenza di malattie cardiovascolari.

Lo studio , che comprendeva persone di molteplici etnie, ha analizzato i dati provenienti da 2372 partecipanti nel corso di un periodo di 10 anni.

I ricercatori del Department of Nutrition di Harvard hanno valutato la salute dei partecipanti ogni due anni, esaminando campioni di sangue e l’alimentazione dei partecipanti, utilizzando questionari di frequenza alimentare.

I loro risultati suggeriscono che alti livelli di Omega-3 EPA e DHA sono stati associati a una riduzione del rischio cardiaco di più del 51%.

Questo grazie al fatto che gli Omega-3 migliorano la fluidità delle membrane cellulari, regolano la trascrizione genica del DNA,  e sono precursori metabolici di potenti molecole anti-infiammatorie.  

Nessun risultato positivo è venuto invece dall’utilizzo di acido alfa-linolenico (ALA) e dagli Omega-6.

I prodotti A-M B-Well contengono esclusivamente gli Omega-3 EPA e DHA citati in questo studio.
Fonte in inglese: Journal of American Heart Association

>> Post più visto:
Gli integratori di Omega-3 fanno male?

Perché gli Omega-3 dell’olio di pesce combattono l’artrite reumatoide?

omega-3
Il Ruolo Chiave dell’Omega-3 DHA

Introduzione:

Nel vasto universo della salute, l’importanza degli acidi grassi omega-3 ha da tempo catturato l’attenzione degli esperti. Una recente scoperta, avvenuta grazie al lavoro pionieristico del farmacologo italiano Mauro Perretti presso la Queen Mary University di Londra, ha gettato nuova luce su questo argomento, svelando un segreto straordinario dietro gli effetti benefici del pesce sulla nostra salute: alcuni dei suoi grassi omega-3, in particolare il DHA, vengono trasformati nel nostro corpo in una sostanza antinfiammatoria potentissima nota come Resolvina D2.

Il Ruolo Chiave dell’Omega-3 DHA:

Prima di immergerci nei dettagli della scoperta rivoluzionaria di Perretti, è fondamentale comprendere il ruolo cruciale che l’omega-3 DHA gioca nel nostro organismo. Il DHA, acido docosaesaenoico, è uno degli acidi grassi essenziali presenti nei pesci grassi come il salmone e le alghe marine. La sua importanza per la salute cerebrale, la funzione cardiaca e lo sviluppo ottimale è stata ampiamente riconosciuta, ma la recente scoperta apre nuovi orizzonti sulla portata dei benefici che questo elemento può offrire.

La Scoperta Rivoluzionaria di Mauro Perretti:

Il farmacologo italiano Mauro Perretti, con il suo team di ricerca presso la Queen Mary University di Londra, ha condotto uno studio innovativo in collaborazione con la Harvard Medical School di Boston. I risultati, pubblicati sulla rinomata rivista Nature, hanno rivelato che il DHA, uno dei principali componenti degli omega-3, viene trasformato nel nostro corpo in Resolvina D2. Questa molecola antinfiammatoria ha dimostrato di essere straordinariamente potente, proteggendo contro l’artrite reumatoide e mostrando un potenziale nel contrastare altre malattie legate all’infiammazione.

Meccanismi d’Azione della Resolvina D2:

Un aspetto affascinante della scoperta di Perretti è la comprensione dei meccanismi d’azione della Resolvina D2. Questa molecola agisce inibendo l’attivazione dei processi infiammatori nei vasi sanguigni, un fenomeno cruciale nelle malattie infiammatorie croniche. Stimola le cellule delle pareti dei vasi sanguigni, gli endoteli, a produrre inibitori del processo infiammatorio, creando così un ambiente meno favorevole per lo sviluppo di patologie legate all’infiammazione.

Potenza in Piccole Dosi:

Uno degli aspetti più sorprendenti della Resolvina D2 è la sua straordinaria potenza anche a dosi ridotte. Questo significa che quantità relativamente piccole di questa sostanza possono generare effetti antinfiammatori notevoli. Tale caratteristica è di particolare interesse in quanto la Resolvina D2 si distingue per la mancanza degli effetti collaterali tipici associati ai farmaci antinfiammatori tradizionali.

Applicazioni Potenziali e Implicazioni Mediche:

La Resolvina D2, grazie alla sua efficacia e alla mancanza di effetti collaterali indesiderati, apre la strada a molteplici applicazioni potenziali nel campo medico. Al di là della sua efficacia contro l’artrite reumatoide, questa molecola potrebbe dimostrarsi preziosa nel trattamento di altre condizioni legate all’infiammazione, come gli ictus e la setticemia. Le implicazioni per la salute pubblica sono immense, offrendo nuove prospettive di trattamento per una vasta gamma di malattie.

Un’Alternativa Privilegiata ai Farmaci Antinfiammatori Tradizionali:

La scoperta della Resolvina D2 come prodotto della trasformazione dell’omega-3 DHA apre la strada a un’alternativa privilegiata ai farmaci antinfiammatori tradizionali. La sua capacità di agire in modo mirato senza provocare gli effetti collaterali indesiderati comuni ai farmaci convenzionali potrebbe rivoluzionare il modo in cui affrontiamo le malattie infiammatorie. Questo approccio potrebbe fornire nuove soluzioni per coloro che cercano trattamenti più sicuri ed efficaci.

Ricerche Future e Sviluppi:

La scoperta della Resolvina D2 è solo l’inizio di un nuovo capitolo nella nostra comprensione degli omega-3 e dei loro benefici per la salute. Gli esperti prevedono che ulteriori ricerche potrebbero portare a sviluppi ancora più innovativi e applicazioni mediche più ampie. L’investigazione continua in questo campo potrebbe svelare nuovi segreti che avranno un impatto significativo sulla salute globale.

Conclusioni:

In conclusione, la scoperta della Resolvina D2 come prodotto della trasformazione dell’omega-3 DHA rappresenta un progresso senza precedenti nella nostra comprensione delle potenzialità terapeutiche degli acidi grassi omega-3. La straordinaria potenza di questa molecola antinfiammatoria, unita alla sua sicurezza d’uso, apre la strada a un nuovo paradigma nel trattamento delle malattie legate all’infiammazione. Con l’accelerazione delle ricerche e degli sviluppi, potremmo trovarci di fronte a un cambiamento fondamentale nel modo in cui affrontiamo e curiamo una vasta gamma di patologie, grazie al potere nascosto degli omega-3.

Fonte: Le Scienze (edizione italiana di Scientific American)

Se la tua alimentazione è carente di Omega-3, con una sola capsula di A-M B-Well Omega-3 ti assicuri ben 600 mg di Omega-3 EPA e DHA ad alta biodisponibilità e certificati da IFOS per purezza, concentrazione, freschezza e radioattività.
Un solo cucchiaino da tè di Liquid Gold apporta invece ben 3000 mg di Omega-3 EPA e DHA.
Se volessi provare ad ottenere quella quantità solo dal cibo, finiresti per mangiare un pesce (intero) al giorno.

Gli Omega-3 proteggono dall’ictus

Uno studio condotto dal prestigioso Karolinska Institutet di Stoccolma, pubblicato sull’American Journal of Clinical Nutrition, ha confermato che gli omega-3 contenuti nel pesce proteggono dagli ictus.

I ricercatori svedesi hanno seguito per poco più di un decennio, a partire dalla fine degli anni Ottanta, un ampio gruppo di quasi 35mila donne.

I ricercatori hanno dimostrato che coloro che mangiavano pesce almeno 3 volte la settimana erano protette dall’ictus. Le loro probabilità di subire l’evento erano di oltre il 15% inferiore rispetto a quelle di chi lo consumava solo sporadicamente.

Fonte in inglese: American Journal of Clinical Nutrition

Fonte in italiano: Corriere dela Sera del 6 maggio 2011

 

>> Post più visto:
Gli integratori di Omega-3 fanno male?