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Salute del cuore: quale dose di Omega-3 e’ piu’ efficace?

Secondo una nuova meta-analisi di studi clinici randomizzati dei ricercatori della Harvard TH Chan School of Public Health e del Brigham and Women’s Hospital di Boston (USA), pubblicata sul Journal of the American Heart Associationle persone che hanno utilizzato integratori di olio di pesce (Omega-3) hanno avuto minori rischi di infarto e altri eventi cardiovascolari, rispetto a coloro a cui era stato somministrato una sostanza inerte (placebo).

Gli scienziati hanno trovato un’associazione tra l’integrazione giornaliera di Omega-3 e il rischio ridotto della maggior parte delle malattie cardiovascolari, inclusi infarto e morte per malattia coronarica.

“Questa meta-analisi fornisce le prove più aggiornate relative agli effetti della supplementazione di omega-3 sul rischio cardiovascolare. Abbiamo trovato significativi effetti protettivi dell’integrazione giornaliera di omega-3 contro la maggior parte dei rischi cardiovascolare e i benefici aumentano con dosi di omega-3 più elevate “, ha affermato il Dr. Hu, primo autore dello studio.

La popolazione totale analizzata dal Dr. Hu e colleghi ha incluso oltre 120.000 adulti in 13 studi randomizzati in tutto il mondo.
L’analisi ha incluso lo studio VITAL, il più grande studio randomizzato sugli Omega-3 ad oggi.

I risultati hanno mostrato che le persone che assumevano integratori giornalieri di olio di pesce (Omega-3), rispetto a quelli che assumevano un placebo, hanno avuto un rischio ridotto per la maggior parte delle malattie cardiovascolari, incluso un rischio ridotto dell’8% per infarto e morte per malattia coronarica.
L’associazione era particolarmente evidente a dosi più elevate di integrazione di olio di pesce.

Questa scoperta può suggerire che una dose di integrazione di Omega-3 di origine marina al di sopra degli 840 mg al giorno (utilizzati nella maggior parte degli studi clinici randomizzati) può fornire maggiori riduzioni del rischio cardiovascolare.
Dato che diversi milioni di persone sperimentano problematiche cardiovascolari in tutto il mondo ogni anno, anche piccole riduzioni del rischio possono tradursi in centinaia di migliaia di infarti e decessi evitati, secondo i ricercatori.

Fonte in inglese: Journal of the American Heart Association

Con Quanto Olio di Pesce Riduci il Rischio di Infarto del 50%?

Il prestigioso New England Journal of Medicine ha pubblicato due importanti studi indipendenti su larga scala che confermano gli effetti benefici degli Omega-3 di origine marina nella prevenzione dell’infarto e altri gravi eventi cardiovascolari.

Negli studi, presentati all’American Heart Association Scientific Sessions 2018, sono stati coinvolti oltre 33 mila persone.

Nella prima ricerca, denominata VITAL, sono stati controllati gli effetti degli Omega-3 negli uomini sopra i 50 e nelle donne sopra i 55 anni senza malattie cardiovascolari.
Il trattamento ha previsto l’assunzione quotidiana di 1 g di olio di pesce ad alta concentrazione e purezza  per circa 5 anni.
I risultati mostrano come l’integrazione con Omega 3 riduce del 28% il rischio di infarto del miocardio, del 50% il rischio di infarti fatali e del 17% il rischio di coronaropatie.

Il secondo studio (REDUCE-IT) ha invece evidenziato che, nei pazienti con trigliceridi alti, assumere Omega 3 riduce del 31% il rischio di infarto del miocardio, del 28% il rischio di ictus, del 20% il rischio di morire per cause cardiovascolari e del 13% la mortalità totale.

La Dott.ssa JoAnn E. Manson, autrice dello studio VITAL, ha affermato che “a trarre maggiori benefici dagli integratori di Omega 3 è stato chi mangiava poco pesce. Pensiamo che sia ragionevole parlare con il proprio medico della possibilità di assumere questi integratori”.

Basta quindi anche un solo grammo di olio di pesce ad alta concentrazione e purezza (equivalente ad 1 capsula di A-M B-Well PGFO oppure 1 ml di Liquid Gold) al giorno per ottenere i benefici descritti negli studi.

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Fonti in inglese:
Studio VITAL 
Studio REDUCE-IT

Gli Omega-3 abbassano la frequenza cardiaca, riducendo il rischio di morte cardiaca

I risultati ottenuti da una meta-analisi, pubblicata sulla rivista European Journal of Clinical Nutrition, indicano che l’integrazione con Omega-3 è associata a una significativa riduzione della frequenza cardiaca.

La frequenza cardiaca a riposo, se elevata, rappresenta un potenziale fattore di rischio per il cuore.

E’ noto da tempo che gli Omega-3 EPA e DHA hanno molti effetti positivi sulla salute di cuore e vasi, che vanno dal miglioramento dei livelli lipidici nel sangue, alla riduzione di pressione sanguigna e frequenza cardiaca e quindi del rischio di malattia coronarica e morte cardiaca.

Per condurre la meta-analisi, cioè uno studio statistico che include i risultati di numerose ricerche su un argomento, i ricercatori hanno raccolto i dati di 51 studi, considerando in totale circa 3.000 persone.

Secondo gli autori dello studio, i dati hanno evidenziato prove cliniche importanti e aggiornate che dimostrano l’effetto sulla riduzione della frequenza cardiaca dell’integrazione con Omega-3, in particolare il DHA era associato a una riduzione media della frequenza cardiaca di 2,47 battiti per minuto.

Una riduzione di questo tipo corrisponde all’incirca ad una diminuzione del 7% del rischio di morte cardiaca improvvisa.

Rischio di morte cardiaca ridotto del 30% con gli Omega-3

Gli scienziati della Midwest Biomedical Research e dellaJohns Hopkins University (USA), grazie a una meta analisi di ben 14 studi, hanno raccolto i dati di oltre 70.000 persone e hanno confrontato le frequenze degli eventi di morte cardiaca tra i soggetti che consumavano Omega-3come integratori o come farmaci e quelli di controllo che non ne facevano uso.

La ricerca, pubblicata sul Journal of Clinical Lipidology, ha evidenziato che il consumo di integratori alimentari di Omega-3 riduce il rischio di morte cardiaca fino al 30% in coloro che assumono almeno un grammo al giorno di Omega-3 EPA e DHA.

Questi dati suggeriscono come i supplementi di Omega-3 possono rappresentare una strategia efficace e priva di effetti collaterali per la prevenzione di malattie cardiache e della morte cardiaca improvvisa, che rappresenta da sola il 50% di tutti i decessi per malattie cardiovascolari.

Bruce Holub, professore emerito dell’università di Guelph (Canada), ha sottolineato come questa ricerca suggerisce che la maggior parte degli adulti potrebbe essere protetto dalla morte cardiaca improvvisa grazie ad un aumento del consumo di Omega-3.

Fonte in inglese: Journal of Clinical Lipidology

Gli Omega-3 riparano il cuore

Secondo una nuova ricerca sugli effetti di un attacco di cuore, alte dosi di Omega-3 tutti i giorni per 6 mesi migliorano la funzione del cuore e riducono le ‘cicatrici’ sul muscolo danneggiato.

Nello studio su 180 pazienti sono stati somministrati 4 grammi di Omega-3 al giorno per 6 mesi, mentre nel gruppo di controllo di altri 180 pazienti è stato utilizzato un placebo (sostanza inerte).

Il Dott. Kwong Said, della Harvard Medical School di Boston, ha affermato che “I nostri risultati mostrano che gli Omega-3 sono un trattamento sicuro ed efficace nel migliorare il rimodellamento cardiaco, e potrebbero essere promettenti nel ridurre l’incidenza dell’insufficienza cardiaca o di morte”.

Ricordiamo gli altri effetti benefici degli Omega-3 sul cuore: riducono i trigliceridi, la pressione sanguigna, le aritmie e il rischio di trombosi; migliorano la salute delle arterie e la circolazione, aumentano il colesterolo “buono” HDL.

Ma non tutti gli Omega-3 sono adatti ad essere assunti ad alte dosi per lunghi periodi.
E’ assolutamente necessario assumere Omega-3 di qualità superiore provvisti di Certificato IFOS 5 Stelle su tutti i lotti di produzione a garanzia di purezza, qualità e concentrazione.

Fonte: Adnkronos

Cuore, invecchiamento, cancro: ancora conferme sugli Omega-3

Sono molti i ricercatori che guardano agli omega 3 come a una vera panacea.
D’altra parte questi fondamentali componenti delle nostre membrane biologiche stanno dimostrando di essere efficaci non solo nella prevenzione di alcune malattie cardiovascolari – che hanno riguardato i primi lavori clinici – ma anche nel campo dell’infiammazione, delle patologie della retina e in quelle neuropsichiatriche.
L’ultima nuova indicazione in ordine di tempo, però, riguarda ancora il cuore ed è stata dimostrata proprio da uno studio italiano, il Gissi 5, nel quale questi acidi grassi polinsaturi sono stati somministrati alla dose di 1 grammo al giorno nei pazienti con scompenso cardiaco.
«Abbiamo coinvolto in questo grande trial settemila pazienti e li abbiamo monitorati per quattro anni – spiega Maria Grazia Franzosi, capo del dipartimento di Ricerca cardiovascolare dell’Istituto Mario Negri di Milano e membro del Comitato direttivo del gruppo Gissi 5 -. Al termine dello studio abbiamo verificato che si è avuta una riduzione della mortalità pari al 10 per cento».
Una cosa comunque è certa: più si indaga su questi elementi più ne emergono le potenzialità.
«In effetti si tratta di sostanze biologiche che fanno parte delle nostre strutture cellulari. È quindi plausibile che abbiano una serie di capacità e funzioni anche su altre malattie» conclude Maria Grazia Franzosi. Infatti, secondo le ultime evidenze scientifiche, che necessitano comunque di ulteriori verifiche e approfondimenti, gli omega 3 sembrano avere un effetto protettivo in tante altre situazioni: dalla sclerosi multipla alla schizofrenia, dalla degenerazione maculare al tumore alla prostata, fino all’invecchiamento (su «Jama», una delle riviste scientifiche più prestigiose, è stata pubblicata recentemente la prima ricerca in cui si è dimostrato che questi acidi grassi sono un importante rallentatore dell’orologio biologico).
Ma l’importanza degli omega 3 è stata oggetto di studi anche in relazione alla salute del nostro cervello e di recente l’Associazione americana degli psichiatri ha confermato che sono necessari apporti giornalieri di molti grammi per mantenere in salute il cervello e combattere i disordini dell’umore.
Infine, sono due le ricerche che hanno messo in evidenza come il consumo di pesce azzurro o salmone, alimenti ricchi di omega 3, una o più volte a settimana aiuti da un lato a rallentare la progressione della degenerazione maculare (studio dell’università di Boston), dall’altro a ridurre il rischio di andare incontro alle forme più aggressive di cancro alla prostata (studio della University of California di San Francisco).

 

Fonte: il Sole 24 Ore 19 febbraio2010

 

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Omega 3 salvacuore, ne basta un grammo al giorno

Sono gli angeli custodi del cuore. E gli esquimesi, che mangiano molto pesce, lo sanno bene. Parliamo degli Omega 3, e l’ulteriore conferma sul loro valore per la salute arriva da uno studio tutto italiano. In sostanza gli Omega 3, ovvero i grassi contenuti essenzialmente nel pesce, sono un «salvacuore» in grado di prevenire malattie cardiocircolatorie anche gravi: arrivano a ridurre la mortalità per tali patologie di circa il 10 per cento. Gli eschimesi, che consumano in media oltre 400 grammi di pesce a testa ogni giorno, hanno infatti un tasso di mortalità per coronopatie bassissima.
La dimostrazione del ruolo protettivo sul cuore degli Omega 3 (acidi grassi poli-insaturi PUFA, contenuti essenzialmente nel pesce e in alcune alghe, oltre che nell’olio di lino e noci) arriva dallo studio «GISSI HF», durato quattro anni e condotto dal gruppo GISSI (costituito dall’Associazione Nazionale Medici Cardiologi Ospedalieri ANMCO e dall’Istituto Mario Negri) con il sostegno di due aziende farmaceutiche italiane, Sigma-tau e SPA, e dell’americana Pfizer. Allo studio, pubblicato sulla rivista «The Lancet» e presentato al Congresso europeo di cardiologia di Monaco di Baviera, hanno preso parte 357 reparti di cardiologia in Italia, che hanno coinvolto oltre 7mila pazienti.

«Previene malattie cardiocircolatorie anche gravi»
Basta un grammo di Omega 3 al giorno, in questo caso somministrato sotto forma di pillole al campione di pazienti per quattro anni, e il cuore, ha dimostrato lo studio, è al riparo da malattie gravi come scompenso e aritmia. I risultati della sperimentazione, sorprendenti per i ricercatori, non lasciano dubbi: si è registrata una riduzione del rischio relativo di mortalità del 9%, una riduzione dell’8% dei ricoveri e della mortalità per scompenso cardiaco e un calo del 28% delle ospedalizzazioni per aritmie.

Un risultato eccezionale, affermano i ricercatori, «soprattutto alla luce dei tanti studi negativi proprio nel campo dello scompenso cardiaco», una patologia molto diffusa e con esiti spesso gravi: solo in Italia interessa circa 600mila persone, attestandosi come una delle principali cause di morbilità, mortalità e aumento della spesa sanitaria.


«Riduce scompenso cardiaco e aritmie»

Nello studio, gli autori concludono che «la somministrazione long-term di 1g al giorno di n-3 PUFA è risultata efficace nel ridurre sia la mortalità per tutte le cause, che i ricoveri ospedalieri per cause cardiovascolari».

Si trovano nel pesce, che non deve mai mancare a tavola
Nel pesce e nei suoi grassi Omega 3, insomma, sta il segreto per un cuore longevo. Ed è proprio a tavola che si inizia a salvaguardare la salute del cuore. Ma gli italiani, come emerge dai dati Istat, sembrano avere ancora molto da imparare da eschimesi e giapponesi: grandi consumatori di carne, ogni abitante del Belpaese consuma solo 23 chilogrammi di pesce l’anno. Eppure gli Omega 3 del pesce sono un vero toccasana: giocano un ruolo cruciale anche nella prevenzione dell’arterosclerosi, degli infarti, e pure della depressione, del cancro, della colite ulcerosa, del diabete 2 e dell’artrite reumatoide. E se non bastasse, un ulteriore motivo per mangiare pesce c’è: gli Omega 3 sono anche un «salva-cervello», poiché svolgono un’azione importantissima nel metabolismo cerebrale.

Fonte: LA STAMPA Salute 7/9/2008

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